Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
02 agosto 2025
tutti gli speciali

Preferire coraggiosa morte a vita imbelle
di Rossella Ahmad

Cara Rossella. La violenza esercitata dai coloni in Cisgiordania mi uccide. Non riesco più a pensare a null'altro che a quello: uomini che sembrano strumenti del demonio, lasciati liberi di fare ciò che vogliono.

Me lo scrive in un lungo messaggio pregno di sincero dolore una amicizia recente, la quale probabilmente non sa che nella vetta della classifica personale degli orrori, la psicopatia criminale di quella malagenie se la gioca a pari merito con i cadaveri dei bimbi trucidati.

E se dei secondi riesco con fatica a sopportare la vista, la visione dei primi tocca in me una corda molto profonda che ha a che fare con un tipo di violenza che è l'archetipo del Male da cui non si ottiene mai liberazione. Un disturbante assalto psicologico alla umana capacità di sopportazione, uno scavare ed un erodere sempre più profondamente i valori sedimentati in secoli di storia e di civiltà.

La frustrazione che genera in chi osserva è disperante poiché il desiderio di un'armata antagonista che faccia giustizia, che restituisca il respiro a chi, in apnea, si confronta con la visione di ciò che è ontologicamente cattivo, viene costantemente disatteso. Il bene non trionfa mai. Come ci si libera da questa follia disumana?

Sarò breve e concisa: liberandosi preventivamente della satrapia dell'Anp.

Questa odiosa forma di collaborazionismo con l'occupazione è la causa diretta e indiretta di tutti i disastri avvenuti in Palestina, da Oslo al genocidio di Gaza. La sua autorità si esplica solo nella repressione dei movimenti di Resistenza.

È essa il primo nemico della causa palestinese, il più subdolo. Dai suoi frutti lo riconoscerete. Dal territorio della Cisgiordania ridotto ad un colabrodo di colonie, avamposti militari, checkpoint e reti elettrificate lo riconoscerete. Dalla totale impunità con cui prosegue la selvaggia colonizzazione dei piccoli bantustan palestinesi lo riconoscerete. E dal Ground Zero operato a Gaza lo riconoscerete.

Agli stati colonialisti europei - primi sostenitori del genocidio in corso - che fraudolentemente dichiarano di voler riconoscere lo "stato di Palestina" nel mese X dell'anno Y, una rappresentanza seria delle istanze palestinesi, come quella costituita dai movimenti di Resistenza e di liberazione nazionale, chiederebbe per prima cosa come intendano lo stato palestinese.

In quale forma . E in quale modo prospettino la cacciata a calci in culo dalla loro terra di 700.000 selvaggi convinti che quella terra, la terra dei palestinesi, sia loro per diritto divino. Senza risposte serie a questi quesiti esistenziali, qualsiasi riconoscimento è puro avanspettacolo, riposizionamento cosmetico.

In realtà i palestinesi non avrebbero bisogno di altri da sé nella difesa della loro terra.. A parità di forze, come giustamente scrisse un analista statunitense, essi si libererebbero in ventiquattro ore e, dopo aver vinto, offrirebbero vitto e alloggio agli sconfitti. Ma sono completamente disarmati, ed in balia di psicopatici col mitra, in una landa senza più legge alla quale appellarsi.

In verità vi dico che non esiste altro mezzo, altro modo, altra strategia che non passi attraverso il sacrificio del popolo che resiste. Lo dico con sofferenza. Vorrei che non fosse così. Che esistesse ancora una legge internazionale a cui fare ricorso. Che questo popolo squassato dalla barbarie trovasse una sponda amica a cui appigliarsi. Ma mentirei a me stessa.

Cara amica. Come te, vorrei che il mondo fosse un posto bellissimo nel quale vivere. Come te, vorrei che la violenza fosse bandita nei rapporti tra individui, tra stati, tra individui e stati. Però il mondo è quello che è, una arena orrenda in cui la prevaricazione e i rapporti di forza bruta hanno sostituito i diritti.

In questo contesto, la resistenza degli oppressi diviene la voce del divino che parla attraverso i popoli. È atto di liberazione e catarsi, individuale e collettiva. Se i colonialisti europei fossero sinceri dovrebbero anche agire di conseguenza. Non vuote parole di circostanza, per tenere buona un', opinione pubblica esasperata dalla carneficina in atto, ma azioni concrete, per una volta sensate. Se riconosco la Palestina, riconosco anche il suo diritto a difendersi. Se riconosco la Palestina, disconosco l'occupazione, e viceversa.

Ma è puro esercizio di retorica, il mio. La loro doppiezza è leggendaria e il sacrificio di Gaza lo ha soltanto ribadito una volta in più E lo sussurro anch'io con estremo pudore ma con assoluta certezza: solo la Resistenza libererà la Palestina. Per questo le armate coloniali vogliono distruggerla.

"Ho lottato, e molto; ho creduto nella mia vittoria. È già qualcosa essere arrivati fin qui. Non aver temuto di morire, aver preferito coraggiosa morte a vita imbelle".

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale