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31 luglio 2025
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Ci siamo ridotti a commentare gli articoli di stampa, non i fatti
di Roberto Preve

Oramai sono oggetto di dibattito le notizie date dai giornali più squalificati del mondo e non i fatti.

Il Ministero degli Esteri Russo pubblica una routinaria lista di dichiarazioni ostili al proprio paese, fatte da politici di vari paesi del mondo.

NESSUNO in alcun paese che non sia l'Italia si sente in dovere di protestare per una attività normale da parte di un Ministero, neppure gli Usa o i paesi baltici.

Ma Repubblica, che è il giornale più russofobico del paese, trae la conclusione che queste dichiarazioni siano una LISTA. Senza neppure un chiarimento diplomatico, che ovviamente non interessa, viene suggerito che vi sia una lista di proscrizione o che ci siano tentativi di intimidazione.

Ma dove? Ma come? Ma quando?

A questo punto TUTTI i politici danno solidarietà ai tre citati colleghi a fronte di inesistenti minacce, con particolare attenzione verso Mattarella, nei confronti del quale abbiamo un culto della personalità assolutamente inappropriato, per un paese democratico e pluripartitico, simile a quello verso l'Imperatore Hirohito durante la seconda guerra mondiale.

Spesso ci cascano anche gli oppositori, che declamano che i russi fanno bene a fare liste di cattivi tra i politici italiani quando - che facciano bene o male - la notizia è che non hanno fatto nulla del genere.

Si boicotta un concerto di un artista russo e di nuovo assistiamo a una generale unanimità rispetto a un atto che in genere precede le guerre.

In un autogrill scoppia un tafferuglio con almeno tre versioni dei fatti - come nel famoso film giapponese Rashomon, la versione del turista francese, dei contestatori e degli addetti al locale - e di nuovo per giorni tutti ripetono a pappagallo l'unica cosa che proprio sappiamo essere falsa, ovvero che vi sia stata una aggressione antisemita.

Nessun dibattito serio su come si possa arrivare al 5 per cento di spesa militare, tagliando cosa? Tassando chi?

Sono anni che importiamo milioni di lavoratori extra comunitari e che abbiamo provocato il crollo del costo del lavoro e di conseguenza il crollo della domanda interna e siamo di conseguenza ormai dipendenti dalle nostre esportazioni e quindi pronti a vendere ogni dignità nazionale per mantenere questa politica.

Il riarmo, poi , sarebbe l'acquisto di massa di armi straniere americane per evitare che ci sia un effetto keynesiano sulla nostra economia.

Questo dopo due decenni di austerità forzata per favorire le esportazioni tedesche, che viene chiamato progetto Europeo.

Io non ho più parole.


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