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Macron denunciato alla CPI per complicità della Francia nel genocidio a Gaza
di
Leandro Leggeri
MACRON NEL MIRINO DELLA GIUSTIZIA INTERNAZIONALE: OLTRE 100 AVVOCATI CHIEDONO ALLA CPI DI INDAGARE SULLA COMPLICITÀ DELLA FRANCIA NEL GENOCIDIO A GAZA
Un terremoto politico-giudiziario scuote l’Eliseo.
Più di 100 avvocati francesi hanno presentato una comunicazione formale alla Corte Penale Internazionale (CPI) per chiedere l’apertura di un’indagine su Emmanuel Macron, membri chiave del governo e parlamentari francesi, accusati di complicità nei crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio commessi da Israele contro il popolo palestinese.
La denuncia, resa pubblica dal media investigativo Blast e rilanciata da Middle East Eye, accusa l’esecutivo francese di aver sostenuto attivamente l’aggressione israeliana a Gaza e in Cisgiordania, attraverso forniture militari, sostegno politico e copertura diplomatica, pur conoscendo le conseguenze dei propri atti.
Secondo i legali, ciò configura una responsabilità penale ai sensi dello Statuto di Roma della CPI.
Tra i nomi citati figurano, oltre a Macron, il primo ministro François Bayrou, il ministro degli esteri Jean-Noël Barrot e il ministro delle forze armate Sébastien Lecornu. Secondo il dossier, la Francia avrebbe continuato a fornire armi a Israele anche dopo l’inizio della guerra su Gaza, contribuendo materialmente all’escalation genocidaria.
Gli avvocati denunciano anche l'influenza della lobby ELNET, responsabile di viaggi pagati e pressioni sistematiche su deputati francesi per garantire un appoggio incondizionato a Tel Aviv, anche di fronte ai massacri.
Mentre il numero delle vittime palestinesi supera le 60.000, e Gaza sprofonda nella fame e nella distruzione, cresce anche in Europa la voce di chi non vuole essere complice del genocidio.
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