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Caso Autogrill: il genocidio deve restare al centro dell'attenzione
di
Mario Cosenza
Se c'è una cosa da evitare è qualsiasi caduta in gesti o frasi antisemite. È da evitare sempre - per logica, umanità, per civiltà, c'è bisogno di dirlo?- e ora più che mai.
Perché le dinamiche dell'affaire dell'autogrill non le conosco, chi ha provocato chi (e se fosse iniziato dal cittadino francese?), "casus belli", anche se in ogni caso l'effetto branco di "tanti contro uno" non mi piace a prescindere, devo dire la verità, ma non è certamente il punto della questione (insomma, lo hanno aggredito per una professione di sionismo o perché ebreo? Cambia non poco).
Però, per le baruffe da autogrill ci sono le querele, per il genocidio no. E le cose non sarebbero collegate in un mondo ideale, ma nel nostro, sì, nel senso che bastano episodi del genere per alzare polveroni giganteschi, noiosi, sproporzionati, per ingolfare i media, suggerire parallelismi grotteschi e proporzionalità offensiva di realtà e umanità.
Io credo sinceramente che l'antisemitismo rischi di tornare in forme assai pesanti, non c'è da scherzare - e il suo detonatore è Israele, anzi potremmo dire che Netanyahu sia il più grande antisemita al mondo; un grande obiettivo deve essere proprio difendere le voci ebraiche anti-sioniste - ma so che niente e nessuno può e deve permettersi di togliere dal centro della scena ciò che sta succedendo: un genocidio.
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