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29 luglio 2025
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Caso Autogrill: hanno voluto l'identificazione ma ora la condannano
di Rita Guma *

Ho sempre segnalato come negativa l'identificazione fra stati, governi e popoli, che porta con sé preconcetti.

Però c'è qualcuno che negli ultimi due anni questa confusione per uno stato, governo e popolo l'ha favorita.

Sono tutti quelli che hanno gridato all'antisemitismo per chi condannava il comportamento del governo e dell'esercito di Israele.

Sono quelle altissime percentuali di ebrei israeliani che hanno risposto ai sondaggi sostenendo l'eliminazione o deportazione dei palestinesi da Gaza.

Sono quegli ebrei italiani che - interrogati su quanto stava accadendo a Gaza - evitavano di condannare, facendo di fatto squadra con i perpetratori del genocidio.

Sono i "giornalisti" e gli "intellettuali" occidentali che ora strepitano quando un ebreo che inneggia a Israele viene rampognato da cittadini di altri paesi, giustamente inorriditi per quanto sta accadendo a Gaza e schifati dai comportamenti volutamente messi in atto.

Gli atti sono più efficaci delle parole. E i segni e gli atti che avete scelto voi sono quelli di identificare le critiche a Israele con critiche agli ebrei. Come meravigliarsi se, per conseguenza, le persone identificano Israele con tutti gli ebrei?

Anche se non tutti gli ebrei sono concordi con il governo di Israele (e sull'Osservatorio ne abbiamo dato conto ampiamente) coloro che formano l'opinione pubblica - rappresentanti istituzionali, giornalisti e intellettuali, appunto - hanno indicato la strada della piena sovrapposizione tra i due soggetti e la società questo ha compreso.

Questo fenomeno, unitamente alle provocazioni che spesso gruppetti di israeliani mettono in atto in paesi stranieri, osannando Israele, soprattutto dove ci sono cartelli o bandiere che indicano solidarietà per il popolo palestinese genera situazioni sgradevoli come quella dell'autogrill.

Ho viaggiato molto e non ho mai visto o sentito stranieri osannare il proprio paese quando erano all'estero, che il loro paese attuasse una politica controversa o meno.

Anzi, ricordo che c'è stato un periodo in cui gli statunitensi all'estero si fingevano canadesi, per non patire le conseguenze degli atti del proprio governo, che era quello di Bush. Ed era già accaduto durante gli anni della guerra in Vietnam, perché si pensava che gli statunitensi fossero tutti d'accordo con la politica del loro governo.

Poteva essere sgradevole ma non era legato ad una etnia o religione, solo alla condanna diffusa delle scelte di un paese (governo) riguardo ai diritti di altri popoli e dei diritti umani.

Ma, mentre ad ogni critica a Israele si chiede "Ma tu condanni il 7 ottobre? ovvero condanni Hamas?" qui nessuno chiede a chi lamenta quanto accaduto al turista: "Ma tu condanni quello che sta succedendo a Gaza?". Che è l'unica cosa che dovrebbe contare per capire se chi abbiamo davanti merita una pacca sulla spalla o il biasimo come il governo che perpetra lo schifo che vediamo ogni giorno.

* Presidente Osservatorio

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