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UE alla guerra ma deve prima rifare le strade
di
Marinella Mondaini
L’Unione Europea si prepara alla guerra – per e con la Nato – per chiudere una volta per tutte la questione del suo più grande, esistenziale problema (altri la Ue non ne ha): la minaccia russa – inventata di sana pianta.
Dunque, per sconfiggere la Russia si preparano a combatterla, dato che alla chiamata in guerra la Russia non si è mai presentata, nemmeno con una sola dichiarazione che ammetta i piani e l’intenzione di muovere guerra all’Europa. Nemmeno a cercare col lanternino. Eppure i servi UE eseguono il compito e si preparano, ma prima di iniziare tutto il lavoro, gli si è accesa una lampadina: si sono resi conto dello stato deplorevole delle infrastrutture locali.
Urge sistemare prima le strade, altrimenti i carri armati affondano! E chi pagherà tutti questi lavori? Ovviamente mica loro, ma i cittadini europei pagheranno, col proprio sudore, di tasca propria, perfino i lavori stradali per fare la guerra alla Russia, voluta da una banda di guerrafondai criminali, scelti apposta con un quoziente intellettivo basso e messi al potere proprio per eseguire gli ordini dei padroni profondi degli USA.
Come riportano i media russi oggi, le strade e le ferrovie dell'Unione Europea non sono adatte al rapido spostamento di equipaggiamenti militari e truppe attraverso l'Europa continentale in caso di conflitto con la Russia. Lo ha dichiarato il Commissario europeo per i Trasporti e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, al Financial Times (FT). Il direttore dell'agenzia europea dei trasporti prevede di investire almeno 17 miliardi di euro per modernizzare le infrastrutture europee "per aumentare la mobilità militare".
“Carri armati NATO fino a 70 tonnellate rimarrebbero bloccati nei tunnel se schierati per rispondere al confine orientale”, ha affermato. Attualmente, ci vogliono settimane, e in alcuni casi mesi, per spostare equipaggiamenti militari e truppe dall'Europa occidentale a quella orientale. Questa è la realtà", ha dichiarato il Commissario europeo, sottolineando che la costruzione della maggior parte delle infrastrutture esistenti nell'UE sono state costruite senza tener conto della necessità di trasportare eserciti attraverso il territorio della comunità.
"Abbiamo vecchi ponti che devono essere ristrutturati e migliorati, ponti stretti che devono essere allargati e ponti inesistenti che devono essere costruiti", ha detto Tsitsikostas. Bruxelles sta ora sviluppando una strategia che garantirebbe la capacità di spostare le truppe "entro poche ore, al massimo entro pochi giorni" in caso di attacco, potenziando 500 progetti infrastrutturali lungo quattro corridoi militari che attraversano i paesi dell'UE.
I progetti, individuati congiuntamente con la NATO e il comando militare dell'alleanza, sono tenuti segreti per motivi di sicurezza. Bruxelles ridurrà inoltre gli oneri burocratici per evitare che "i carri armati restino bloccati dalle scartoffie" all'attraversamento delle frontiere, ha affermato Tzitzikostas. Il piano di mobilità militare integrerà l'accordo degli alleati della NATO per aumentare l'obiettivo di spesa per la difesa al 5% del PIL, di cui l'1,5% destinato alle infrastrutture di sicurezza e difesa, ha aggiunto il commissario.
 
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