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Centinaia di rabbini firmano lettera contro la fame indotta a Gaza
di
Marilina Mazzaferro
Secondo il Times of Israel, centinaia di rabbini ebrei hanno pubblicato una lettera pubblica esortando l'occupazione israeliana a cessare immediatamente l'uso della fame come arma nella Striscia di Gaza. La dichiarazione, firmata da rabbini di diverse comunità, riflette la crescente opposizione morale all'interno della sfera religiosa ebraica globale.
I firmatari hanno dichiarato di "non poter rimanere in silenzio mentre il bilancio delle vittime a Gaza aumenta e la malnutrizione peggiora", sottolineando che le attuali condizioni equivalgono a "un'uccisione di massa di civili, comprese donne e bambini".
In un contesto correlato, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato circa 24 attivisti giovedì scorso durante una protesta pacifica nella città occupata di Haifa. I manifestanti si erano riuniti per denunciare la carestia in corso e la distruzione su larga scala a Gaza, chiedendo la fine immediata della guerra.
Gli attivisti presenti alla manifestazione mostravano foto di bambini di Gaza e chiedevano la fine di quella che hanno descritto come una campagna di punizione collettiva e di fame sistematica.
La protesta e la lettera rabbinica riflettono la crescente preoccupazione nazionale e internazionale per la catastrofe umanitaria nella striscia di Gaza, dove i civili continuano a soffrire a causa delle condizioni di assedio e delle restrizioni agli aiuti imposte dal regime israeliano.
L'anno scorso, i principali rabbini sefarditi di Israele hanno ufficialmente intimato agli studenti delle yeshivot di ignorare gli uffici di reclutamento dell'esercito, criticando aspramente l'ultima legge sulla coscrizione obbligatoria discussa alla Knesset e incoraggiando gli studenti a "favorire le privazioni carcerarie e di bilancio piuttosto che collaborare con l'esercito israeliano".
Hanno affermato che la legge mirava a "distruggere la Torah".
Il rabbino Dov Landau, uno dei principali rabbini degli Haredim, ha attaccato duramente la decisione del Ministro della Sicurezza Yoav Gallant di chiamare 3.000 ebrei Haredi al servizio militare, affermando: "Uno stato che recluta yeshivot non ha il diritto di esistere".
"L'esercito è in guerra con noi e vuole usurpare i diritti degli studenti della Torah, il che è un suicidio totale", ha affermato, aggiungendo: "In assenza del regime, e nel mezzo della guerra dell'esercito contro di noi, che senso ha schierarsi per cosa? Il governo è completamente e assolutamente contro di noi".
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