Gaza attiva protocollo di eliminazione immediata contro i raid Israeliani
di Leandro Leggeri

A seguito delle nuove minacce lanciate dal presidente statunitense Donald Trump, che ha esortato Israele a “finire il lavoro” dopo il presunto rifiuto da parte di Hamas dell’ultima proposta di tregua, la resistenza palestinese ha dichiarato lo stato di massima allerta tra le unità incaricate della custodia dei prigionieri israeliani.

Un ufficiale della sicurezza ha confermato alla piattaforma Al-Hares che tutte le unità sono pronte a reagire ad eventuali operazioni speciali israeliane, e che è stato attivato il protocollo di “eliminazione immediata”, un piano segreto volto a impedire la riuscita di qualsiasi tentativo di liberazione forzata dei prigionieri.

Nessun dettaglio operativo è stato rivelato, ma si tratta di una misura preventiva di massima severità.

L’attivazione del protocollo avviene mentre gli Stati Uniti hanno ufficialmente abbandonato il tavolo dei negoziati, con Trump che ha accusato Hamas di “voler morire” pur di non consegnare gli ostaggi, lasciando presagire un’escalation militare imminente.

Tuttavia, Qatar ed Egitto, mediatori principali, hanno smentito le accuse americane, chiarendo che Hamas ha risposto con una proposta concreta: cessate il fuoco di 60 giorni, ritiro graduale delle forze israeliane, riapertura del valico di Rafah, accesso umanitario supervisionato dall’ONU e scambio di prigionieri.

In un contesto di assedio e carestia crescente, la resistenza fa sapere che ogni tentativo israeliano di liberare prigionieri con la forza potrebbe scatenare conseguenze irreversibili.

Il messaggio è inequivocabile: la via militare non è percorribile senza costi umani e politici altissimi.

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