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Vi pare strano?
di
Lionello Fittante
Ma a voi non pare strano che chi discende, politicamente, dal fascismo e dal nazismo, cioè da coloro che teorizzarono e realizzarono genocidio e olocausto, siano ostinatamente e senza dubbi completamente con Israele e Netanyahu e trovi sempre modo di giustificare le atrocità che commettono?
A me no, non pare strano.
Perché dietro chi teorizzava e praticava il genocidio c’era, e c’è, l’idea che ci sia un popolo superiore agli altri, una razza superiore, che ci sia chi ha maggiori diritti e chi meno, mentre in chi combatteva questa idea c’era, e c’è, quella che nessuno sia superiore agli altri e che tutti, singoli e popoli, che tutti abbiano gli stessi diritti, a partire da quello di esistere.
Quindi nessuna stranezza. Mi risulta pertanto ovvio che chi teorizzava l’esistenza di razze (la razza ariana, per cui tutto è concesso) e oggi popoli (eletto da Dio, a cui quindi tutto è concesso) superiori, resti della stessa idea e quindi consideri lo Stato di Israele depositario di diritti superiori.
E viene da sé che chi, pur non provenendo da quel percorso, condivide le giustificazioni per le azioni di Israele, è complice dello sterminio. Come i molti che, sotto il Nazismo, non seppero o non vollero vedere.
E mi risulta altrettanto ovvio che chi si opponeva a tale idea suprematista, lo sia coerentemente oggi. Qualunque nome assuma la ‘razza’ superiore, qualunque nome si dia a quella ‘inferiore’. Chi viene dall’altro percorso, coerentemente, continua ad opporsi a questa divisione del mondo.
C'è una evidente continuità storica e ideologica, tra quel che accadde e quel che accade.
Scriveva “l’avvocato polacco Raphael Lemkin, la cui famiglia fu coinvolta nell’Olocausto, dai nazisti”, che per primo definì con precisione il termine ‘genocidio’, riferendolo tra l’altro non al solo popolo ebraico, che per essere tale il genocidio deve avere le seguenti caratteristiche:
“un piano coordinato di azioni differenti che hanno come obiettivo la distruzione dei fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali attraverso la distruzione delle istituzioni politiche e sociali, dell’economia, della cultura, della lingua, dei sentimenti nazionali o della religione, della libertà, della dignità, della salute e perfino della vita degli individui non per motivazioni personali ma in quanto membri di un gruppo nazionale” e ciò, evidentemente, è “un crimine possibile solo se perpetrato da uno Stato che, in quanto sovrano, si erige a fonte del diritto”.
Quello che sta accadendo oggi a Gaza è esattamente quello che descriveva Lemkin.
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