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Due stati: ne parlano ma la realizzazione è più lontana che mai
di
Paolo Mossetti
Macron ha ribadito la sua intenzione di riconoscere la Palestina, cavalcando un’onda di ampliamento del dicibile e di liberazione dal terrore che continua a crescere.
Ma la realtà sul campo ci dice che l’idea di due Stati è più lontana che mai: Gaza è martoriata e il governo israeliano vuole l’annessione del West Bank, con l'ambasciatore Usa che ribadisce il suo fanatismo anti-arabo. L'UE, virata a destra, è incapace di imporre la minima sanzione su un paese radicalizzato da pochi milioni di abitanti, ma dall'enorme peso simbolico, cybersecuritario e geostrategico.
Insomma il riconoscimento simbolico della Palestina, se non accompagnato da pressioni concrete per il rispetto del diritto internazionale e da riforme reali nella diplomazia, oltre che da idee su come trasferire i coloni in Cisgiordania, resterà una mossa vuota. O addirittura dannosa, a causa delle ritorsioni sulla pelle dei civili palestinesi che seguiranno.
Gli unici elementi di resistenza alla catastrofe sono tre: la crescente impazienza della base trumpiana; una possibile nuova ondata di riconoscimenti - specie da parte dei Paesi europei e del mondo arabo; la difficoltà, da parte di istituzioni e corporazioni occidentali, a reprimere l'insofferenza dell'opinione pubblica per l'alleanza sempre più tragica con Israele; un alleanza che porta a continue escalation esterne e alla restrizioni interne degli spazi democratici per protestarle.
Solo una combinazione tra questi elementi potrebbe ridurre l’isolamento diplomatico palestinese e destabilizzare l’attuale governo israeliano. Il resto - inclusa la possibilità che la società israeliana si de-radicalizzi senza pressioni esterne, da sola, o che l'etnonazionalismo crolli sotto il peso delle sue contraddizioni - al momento è puro wishful thinking.
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