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Cambogia e Thailandia ai ferri corti
di
Armando Lo Giudice
La Thailandia ha evacuato oltre 100.000 civili da quattro province al confine con la Cambogia, a causa dell'escalation delle tensioni, che segna il più sanguinoso scontro militare tra le due nazioni in oltre un decennio.
Il Ministero dell'Interno thailandese ha riferito che le persone sono state trasferite in rifugi, mentre gli scambi di artiglieria e razzi con le forze cambogiane continuavano per il secondo giorno consecutivo.
Funzionari militari thailandesi hanno dichiarato che le truppe cambogiane hanno lanciato pesanti bombardamenti con artiglieria da campagna e sistemi missilistici BM-21 nelle prime ore di venerdì nelle province di Ubon Ratchathani e Surin. In risposta, le forze thailandesi hanno risposto al fuoco "in base alla situazione tattica".
Il Ministero della Salute thailandese ha inoltre confermato 15 vittime, tra cui 14 civili e un soldato. Tra le vittime c'era anche un bambino di otto anni. Giovedì, trentuno persone sono rimaste ferite. Fonti cambogiane, nel frattempo, hanno riportato un morto e cinque feriti tra i civili, con l'evacuazione di 1.500 famiglie.
Gli scontri sono scoppiati in sei località che si estendono su 209 km di frontiera contesa, ed entrambe le parti si accusano a vicenda di aver avviato le ostilità nelle zone contese.
Il Primo Ministro ad interim della Thailandia, Phumtham Wechayachai, ha condannato gli attacchi, affermando: "Condanniamo questo: l'uso di armi pesanti senza un obiettivo chiaro, al di fuori delle zone di conflitto... l'uso della forza e la violazione del diritto internazionale".
Ha sottolineato l'impegno della Thailandia per una risoluzione pacifica, pur rivendicando il diritto all'autodifesa contro quelle che ha definito provocazioni. La Thailandia ha anche riferito che un ospedale nella provincia di Surin è stato colpito durante gli scontri. Il Ministro della Salute Somsak Thepsuthin ha definito l'incidente un potenziale "crimine di guerra".
I funzionari cambogiani non hanno rilasciato cifre dettagliate sulle vittime, ma le autorità locali hanno confermato le evacuazioni dei civili. L'esercito cambogiano ha negato di aver avviato il conflitto, accusando la Thailandia di un'incursione non provocata con l'impiego di droni di sorveglianza e truppe armate.
Le tensioni sono aumentate dopo che un soldato thailandese ha perso una gamba a causa di una mina nella provincia di Ubon Ratchathani il 23 luglio. La Thailandia ha accusato la Cambogia di aver posizionato nuove mine, accusa che Phnom Penh ha respinto, affermando che si trattava di residui di conflitti passati. L'incidente ha innescato ricadute diplomatiche, con il richiamo degli ambasciatori e un declassamento delle relazioni.
 
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