Trump a Israele: finite il lavoro. Carta bianca per l'annientamento?
di Leandro Leggeri

In una dichiarazione che solleva gravi interrogativi etici e politici, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso il suo pieno sostegno all’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, affermando che “Hamas non vuole un accordo” e che “vogliono morire”, aggiungendo: “Israele deve finire il lavoro”.

Un messaggio inequivocabile che suona come un via libera all’annientamento totale della popolazione palestinese, in un momento in cui Gaza vive sotto assedio da mesi, con un bilancio umanitario catastrofico: decine di migliaia di morti, ospedali distrutti, interi quartieri rasi al suolo, bambini sepolti sotto le macerie.

Trump ha inoltre ammonito Hamas sul rilascio degli ostaggi, dicendo: “E sanno cosa succede dopo che saranno stati rilasciati gli ultimi ostaggi”.

Una minaccia velata – ma non troppo – che lascia presagire un’escalation militare brutale, con effetti devastanti per la popolazione già martoriata.

Queste parole non sono solo retorica bellicista: sono un segnale politico.

Il presidente degli Stati Uniti, all’inizio del suo secondo mandato, si schiera senza esitazioni a fianco di un governo israeliano già fortemente criticato a livello internazionale per le violazioni del diritto umanitario.

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