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Femminicidio: non si elimina con l'ergastolo
di
Santina Sconza
Non è con l'ergastolo che si elimina il femminicidio.
Ma hanno abboccato tutti all'amo, soprattutto le e gli onorevoli dell'opposizione, hanno votato la legge del governo, non riflettendo che questa legge non solo non previene la violenza ma interviene soltanto a valle quando il dramma si è già consumato scaricando la responsabilità sulle vittime.
In questa legge non è prevista nessun intervento alla prima denuncia, la vittima è lasciata sola con il suo persecutore al massimo le viene consigliata dal ministro Nordio di rifugiarsi in chiesa o in farmacia, una legge puramente demagogica, inutile e forse anche incostituzionale.
Una delle onorevoli era un po' perplessa Ilaria Cucchi che in un post afferma che il suo è stato un voto sofferto.
No, non hanno pensato le nostre care deputate e deputati che non è con l'ergastolo che si elimina il patriarcato, quel patriarcato tanto amato dal nostro governo Dio, Patria e Famiglia.
No, non hanno pensato che non è con il terrore o inasprendo le leggi che si cambia l'uomo, spesso chi commette un femminicidio subito dopo si suicida.
Bisogna educare al rispetto della donna, bisogna educare ad amare e non al possesso, bisogna educare alla non violenza e che la persona che ti sta accanto non è né un oggetto, né un essere per sfornare figli ma è una donna con i tuoi pari diritti, libera di scegliere di amare o di abbandonare, libera di essere libera dalla schiavitù del possesso.
Bisogna educare sia i genitori che i figli e le figlie fin dall'infanzia, già dalla scuola primaria e non come desidera il ministro Valditara riportare a scuola i libri simili a quelli del ventennio dove la bambina con il fiocco rosa imparava a cucinare, ad essere obbediente e a fare l'uncinetto mentre il maschietto con il moschetto e la marcia esercitava la sua virilità.
 
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