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Genova: portuali rifiutano di scaricare armi dirette a Israele
di
Viola Fiore
Stanno arrivando nel porto di Genova dei container che i portuali del Pireo (Atene) segnalano come contenenti acciaio e altro materiale che serve alla produzione militare israeliana.
I portuali di Genova non intendono restare indifferenti: "Di fronte a quello che accade (per noi non solo dal 7 ottobre in poi, ma ci rendiamo conto che per molti quella data ha segnato un punto di non ritorno) non è più questione di dual use. - dice il loro sindacato CALP - Di merci per Israele ne passano e ne vengono imbarcate a centinaia ogni settimana, quello che diventa necessario è che Genova e il suo porto, al pari di altre città, regioni, porti d'Europa prenda una posizione chiara bloccando ogni tipo di rapporto commerciale con Tel Aviv e contro i traffici di armi in generale."
"Come lavoratori ancora una volta saremo in strada contro la guerra, contro il genocidio del popolo palestinese, a fianco a tutti popoli che lottano per la loro autodeterminazione, a fianco al nostro compagno "chef Rubio" che abbracciamo forte nel mentre gli perquisiscono casa, sequestrano computer, cellulari alla ricerca di chissà quale prova, e nulla si sa di chi lo ha colpito duramente in un vile agguato più di un anno fa"..
Venerdì 25 luglio si terrà dunque un presidio davanti al comune "perché vogliamo che Genova, a partire dal porto, prenda una decisione seria e netta nel fermare i traffici di armi e nel considerare crimine di guerra quello che Israele sta facendo a Gaza e in Palestina."
"Chiediamo al movimento genovese tutto, a Genova tutta, ai portuali che non si girano dall’altra parte e a tutti quelli che non riescono più a guardare su Telegram le immagini strazianti di bambini, donne, uomini fatti a pezzi di partecipare alla giornata di venerdì alle ore 9.00 sotto il palazzo del comune di Genova in via Garibaldi."
I lavoratori portuali del Pireo avevano protestato già il 12 luglio, rifiutando di scaricare l'Ever Golden, una nave portacontainer carica di acciaio di tipo militare destinata a Israele: "Non scaricheremo un solo centimetro di questo carico omicida", ha dichiarato il sindacato Enedep "I lavoratori portuali del Pireo non saranno complici. Non scaricheremo acciaio militare dall'Ever Golden – no al coinvolgimento della Grecia – libertà per la Palestina".
"Si tratta di un carico bellico che, se scaricato e trasferito, finirà per essere utilizzato per colpire bambini, civili, ospedali e scuole nel massacro compiuto dal sanguinario Stato di Israele contro il popolo palestinese", ha dichiarato Enedep "Il porto del Pireo non è un avamposto avanzato degli Stati Uniti, della NATO, dell'UE o dei profittatori della guerra. Non è una stazione di trasbordo per merci letali. È un luogo di lavoro e di lotta per la classe operaia. Come abbiamo fatto in passato, non scaricheremo un solo centimetro di questo carico letale".
"Ci rifiutiamo di essere strumenti degli Stati Uniti, della NATO, dell'Unione Europea, di Israele o della Cina, che usano le infrastrutture del nostro Paese per rimodellare il mondo, ridisegnando i confini con il sangue delle nazioni del popolo palestinese", si legge nella dichiarazione.
Azioni simili si sono verificate nei porti europei, quando all'inizio di giugno, i portuali di Marsiglia si sono rifiutati di caricare 19 pallet di componenti di mitragliatrici destinati ad Haifa, affermando che "non avrebbero partecipato al genocidio in corso orchestrato dal governo israeliano".
A Genova, i lavoratori portuali italiani affiliati al sindacato USB hanno bloccato ai primi di luglio la Contship Era, dichiarando che non sarebbero stati "complici del genocidio che continua a Gaza" ma azioni simili sono state intraprese in precedenza anche dagli operatori aeroportuali.
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