Auschwitzland sulla maglietta non è propaganda: assolta
di Marinella Mondaini

Succede in Italia: la scritta “Auschwitzland” NON propaganda nulla!

Indossò la maglietta “Auschwitzland” a Predappio, di nuovo assolta “perché il fatto non sussiste”.

Il Tribunale di Forlì ha assolto nuovamente, stavolta con la formula “perché il fatto non sussiste”, Selene Ticchi, all’epoca militante di Forza Nuova e ora nel Movimento nazionale Rete dei patrioti, che il 28 ottobre 2018 indossò la maglietta con la scritta “Auschwitzland” durante il raduno dei “nostalgici” a Predappio (Forlì-Cesena).

Nostalgici - leggi fascisti! Ma la maglietta no, non è propaganda di camere a gas, di lager nazisti, di nazismo...

Ticchi era a processo per la violazione dell’articolo 604 bis: ovvero propagandare idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigare a commettere o commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. A Ticchi era contestata anche l’istigazione e l’incitamento, fondato sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra.

La nostalgica del fascismo era assistita dall'avvocato che è poi suo marito, il quale ha dichiarato: «Ci sono voluti sei anni - ha sottolineato D’Urso - per stabilire che quella maglietta non propagandava messaggi di superiorità razziale».

E allora che cosa può mai propagandare una maglietta con la scritta “Auschwitzland”?

Mentre invece il maestro russo Gergiev, dirigendo l'orchestra al concerto a Caserta con la sua bacchetta avrebbe "diffuso la propaganda russa".

E dato che siamo in tema, la Repubblica, come gli altri pennivendoli, continuano a NON vedere però il nazismo che impera in Ucraina, grazie all'operato della cricca di Zelenskij.

L'Italia ha bisogno urgente di una buona "de-fascistizzazione", che non è mai stata fatta.

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