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24 luglio 2025
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GB: cento personaggi pubblici fanno pressione su Starmer a favore di Gaza
di Marilina Mazzaferro

Un gruppo di oltre 50 ex diplomatici e ambasciatori britannici ha chiesto al Primo Ministro britannico Keir Starmer di riconoscere formalmente uno Stato palestinese. Questo appello giunge in un momento di crescente preoccupazione per la crisi umanitaria a Gaza e di crescente insoddisfazione per l'attuale politica del Regno Unito nei confronti dell'Asia occidentale.

In una lettera aperta, i diplomatici hanno sottolineato che il riconoscimento della Palestina da parte del Regno Unito rappresenterebbe un "primo passo fondamentale verso la rottura del mortale status quo".

La lettera è stata firmata da oltre 30 ex ambasciatori britannici e 20 ex diplomatici britannici di alto livello presso organismi internazionali, tra cui le Nazioni Unite. I firmatari hanno precedentemente prestato servizio in paesi come Afghanistan, Bahrein, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Kuwait, Marocco, Pakistan, Qatar, Siria e Turchia.

"I rischi dell'inazione hanno implicazioni profonde, storiche e catastrofiche", avverte la lettera. I diplomatici sostengono che "Israele" non può raggiungere la sicurezza a lungo termine senza un accordo politico che riconosca lo Stato palestinese. I firmatari sostengono inoltre che le attuali politiche del Regno Unito, tra cui la sospensione parziale delle armi e il rinvio dei negoziati commerciali, sono inadeguate.

Stephen Cottrell, arcivescovo di York e capo ad interim della Chiesa d'Inghilterra, ha rilasciato una delle dichiarazioni più incisive mai rilasciate dalla leadership religiosa del Regno Unito. Ha descritto la situazione attuale a Gaza come "depravata" e "barbara", condannando le azioni del governo israeliano come una "guerra di aggressione" e "un grave peccato".

"Ogni giorno che passa a Gaza, la violenza, la fame e la disumanizzazione inflitte alla popolazione civile dal governo israeliano diventano più depravate e inaccettabili", ha dichiarato Cottrell. Pur condannando l'operazione di resistenza di Hamas del 7 ottobre e sostenendo il rilascio dei prigionieri, ha insistito sul fatto che l'offensiva in corso è andata oltre la legittima autodifesa. Ha chiesto un cessate il fuoco permanente e ha respinto le politiche che potrebbero portare alla pulizia etnica dei palestinesi di Gaza.

Il dissenso all'interno del governo di Starmer continua a crescere. Il Ministro della Salute Wes Streeting ha pubblicamente sollecitato il riconoscimento di uno Stato palestinese, avvertendo che presto potrebbe non esserci più alcuno Stato da riconoscere. Ha criticato le azioni israeliane che sono andate "ben oltre la legittima difesa".

Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha fatto eco a questi sentimenti, descrivendo la situazione a Gaza come "assolutamente straziante" e affermando che "nulla giustifica le azioni del governo israeliano".

Inoltre, quasi 60 parlamentari britannici hanno firmato una lettera che chiede il divieto totale di vendita di armi a Israele, chiedendo al contempo una maggiore trasparenza riguardo al processo di approvazione dei permessi di esportazione militare.

Il Ministro degli Esteri David Lammy ha espresso profonda preoccupazione, affermando di sentirsi "inorridito, disgustato" dalle immagini di palestinesi colpiti mentre cercavano di raccogliere cibo. Tuttavia, non si è spinto fino ad appoggiare il riconoscimento immediato dello Stato palestinese, riflettendo le divisioni ancora presenti nella politica palestinese di Keir Starmer.

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