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24 luglio 2025
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Femminicidio: Senato approva l'ergastolo
di Elisa Fontana

«L’Italia è tra le prime nazioni a percorrere questa strada, siamo convinti possa contribuire a combattere una piaga intollerabile».

Così, con il suo solito stile trombonesco, la nostra impareggiabile presidenterrima ha giubilato per l’approvazione in Senato del D.L. Femminicidio che prevede la pena dell’ergastolo per chi uccide una donna, così dritto filato, senza passare dal via.

Al voto si è unita, altrettanto giubilante, anche l’opposizione, seppure con qualche timido distinguo sul fatto che l’introduzione del reato non sarà sufficiente, perché serve la prevenzione. Ma a voce bassa, con tono educato, mentre sbucciavano i piselli con coltello e forchetta.

E allora vediamola meglio questa perla giuridica che ci viene regalata. Innanzitutto cominciamo con il dire che quasi tutta l’America Latina ha già questo tipo di reato punito con l’ergastolo e non è servito assolutamente a schiodare le percentuali dei femminicidi. Ma si sa, quando Giorgino si lascia prendere dalla poesia, si permette qualche licenza poetica.

Ma le critiche a questo provvedimento vengono da tempo sia dal mondo dei giuristi che da quello delle reti antiviolenza. I giuristi hanno visto in questo DL il rischio dell’uso del diritto penale come puro mezzo di consenso politico. Infatti, come si può pensare che la minaccia dell’ergastolo possa fare da deterrente a chi disconosce totalmente il valore della parità di genere, a chi si ritiene autorizzato a farsi “giustizia” da sé per il solo fatto di essere maschio?

In un paese civile degno di questo nome, il vero obiettivo della politica dovrebbe essere cambiare la mentalità maschilista attraverso la cultura, l’educazione, cambiare le condizioni ambientali nei contesti meno evoluti. Le leggi per punire i femminicidi, anche con l’ergastolo, ci sono già, vedasi i casi di Turetta o Impagniatiello e allora che senso può avere questo D.L. se non quello di uno spot elettorale che può solo portare voti a chi lo ha promosso?

E perché non promuoviamo un altro D.L. che preveda l’ergastolo anche per gli omicidi in cui il movente sia l’omofobia? Non sono domande in libertà, sono fianchi scoperti sulla strada della incostituzionalità.

Ma leggiamolo l’articolo clou di questo decreto legge: “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo.”.

Insomma, sottolineano i giuristi, il giudice dovrà trasformarsi in un minatore che scava dell’animo umano per poter provare la discriminazione, l’odio, la repressione in quanto donna, funzione più adatta ad uno psicologo che ad un giudice, ma che apre la strada ad una tale indeterminatezza da sfociare nel sospetto di incostituzionalità.

Ma se vogliamo capire bene la funzione di questo spot elettorale, affidiamoci alle parole del ministro Nordio che è sempre un punto fermo e in tempi non sospetti ci ha fatto sapere che “il significato del diritto penale non è tanto quello della deterrenza. È quello del messaggio che manda lo Stato”. Cioè non ci importa affatto di prevenire i reati, ci interessa solo mandare un messaggio punitivo e securitario che è il massimo del messaggio culturale che conosciamo. E anche questo lo avevamo capito da tempo.

Ecco perché personalmente trovo totalmente inefficace e consapevolmente inutile questa ennesima fuffa politica, perché non mi interessa avere più uomini condannati all’ergastolo. Mi interesserebbe avere più donne vive e questo si ottiene con un lavoro culturale profondo, con risorse adeguate, con professionalità idonee, perché la violenza sulle donne è un problema sociale, non una gara di pene e condanne.

Non abbiamo bisogno di nuovi reati, abbiamo bisogno di una cultura rinnovata, ma mi rendo conto che chiederla alla destra è impresa ardua e del tutto inutile. Dovrebbe essere compito di forze che si ritengono progressiste, ma finché ritengono concluso il loro impegno con un voto a favore dell’ergastolo, siamo davvero messi bene.

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