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Gideon Levy: israeliani d'accordo con la pulizia etnica
di
Sergio Scorza
L’editorialista di Haaretz Gideon Levy ha criticato ferocemente i piani israeliani di sfollamento da Gaza durante la sua intervista ad Al Jazeera, descrivendo le proposte di stipare i palestinesi a Rafah o di costringerli ad andarsene del tutto come un “programma satanico” che costituirebbe un altro grave crimine di guerra.
Levy ha sostenuto che né l’amministrazione Trump né la maggior parte dei cittadini israeliani si opporrebbero a queste misure, con gli americani che non mostrano alcun interesse per il benessere dei palestinesi e che gli israeliani in gran parte considerano la loro nazione esente dal diritto internazionale.
Levy ha dipinto un quadro inquietante dell'opinione pubblica israeliana, dove il mandato d'arresto internazionale del primo ministro viene a malapena registrato e molti considerano il diritto internazionale come "antisemita".
Pur prevedendo che potrebbe verificarsi un altro cessate il fuoco temporaneo, ha avvertito che probabilmente verrà violato da Israele come gli accordi precedenti, senza alcuna soluzione significativa al conflitto.
L'esperto editorialista ha respinto l'ipotesi di una vittoria israeliana, sottolineando la continua resistenza di Hamas e la crisi degli ostaggi irrisolta, ma ha espresso preoccupazione per il fatto che molti israeliani credono che prolungare lo spargimento di sangue possa in qualche modo raggiungere l'impossibile risultato della distruzione di Hamas.
La sua cupa analisi suggerisce che il governo israeliano ha mano libera nel perseguire politiche sempre più estreme mentre il mondo guarda, con la popolazione prevalentemente favorevole o indifferente verso azioni che rendono la nazione un paria internazionale.
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