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23 luglio 2025
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Lettera a un amico che commemora Ozzy Osbourne ma non scrive su Gaza
di Alessandro Ferretti

Amico mio, io non me la prendo con chi usa i social per commemorare Osbourne e non voglio fare il bigotto anti-rock. Me la prendo con chi oggi usa i social per salutare Osbourne ma non lo usa per veicolare opposizione a un crimine che proprio oggi vede due milioni di persone letteralmente cadere per terra per mancanza di forze, dopo che vengono costantemente bombardate da quasi due anni. I palestinesi continueranno a subire tutti questi orrori finché tutti quanti noi, che invece abbiamo casa, cibo, acqua e sicurezza, non capiremo che NON È QUESTO IL MOMENTO DI PARLARE SOLO DI CAZZATE.

La portata dei crimini di Israele è talmente gigantesca che sta distruggendo non solo e innanzitutto le vite di milioni di palestinesi, ma anche le esistenze di centinaia di milioni di persone che in tutto il mondo ogni giorno seguono le notizie di orrori inenarrabili, vedono le immagini di sofferenze indicibili di esseri umani come loro, di uomini, donne, anziani e bambini spietatamente torturati in ogni modo. Le vivono sulla loro pelle come se fossero inferte a dei loro cari, perché per chiunque creda nei valori di fratellanza veicolati dalla musica rock i palestinesi non sono estranei, ma amici, fratelli, compagni, anche se non li abbiamo mai conosciuti e abbracciati di persona.

Aggiungo, che chiunque soffra per i palestinesi soffre anche perché gli tocca sopportare l'allucinante silenzio in merito di altre centinaia di milioni di persone che però continuano a usare i social per postare foto di gattini, di piatti prelibati, di vacanze esotiche o a dibattere del tema politico del giorno che domani sarà già dimenticato e sostituito con un altro altrettanto effimero.

Chissà, forse sarò una persona poco lucida e che si fa travolgere dall'emotività, ma io dal sette ottobre in poi non riesco neanche a immaginare di usare i social per qualcosa che non sia la denuncia degli innumerevoli crimini che costituiscono il più spaventoso orrore della storia. Non ci riesco proprio, a mettere la mia foto sorridente a un concerto; anche perché dal sette ottobre sorrido molto meno di prima e piango, piango molto di più.

Solo ieri decine di bambini sono morti di fame e sete, altre decine di persone sono state attirate verso i soldati con la promessa di distribuzione degli aiuti e poi spietatamente mitragliate a freddo e a bruciapelo da assassini sghignazzanti che poi brindano alle loro imprese.
Solo ieri quasi cento palestinesi sono stati dilaniati a suon di bombe, e altre decine feriti, amputati, privati dei loro cari.
Solo ieri, i carri armati israeliani hanno fatto irruzione nel quartier generale dell'OMS a Gaza sparando cannonate, distruggendo le poche cose rimaste nei magazzini, sequestrando, perquisendo e umiliando il personale di un'organizzazione delle Nazioni Unite.
Solo ieri, Israele ha emanato l'ennesimo ordine di evacuazione che spezza in due la cosiddetta "area umanitaria" e confina due milioni di esseri umani in meno di quaranta chilometri quadrati spezzettati e costantemente bombardati.. e questi orrori sono solo una parte dei crimini perpetrati nelle ultime 24 ore, replicati ogni giorno da 651 giorni.

Una sola cosa chiedono i palestinesi a noi privilegiati che abbiamo una casa, abbiamo da mangiare e bere e abbiamo la sicurezza di da quando è iniziato il genocidio: "please keep talking about Palestine".

Tu dici che non usi i social per farlo, e io ti chiedo: perché? Perché non lo fai? E perché invece li usi per commemorare un minchione del cazzo che non solo non ha mai fatto nulla per fermare il genocidio, ma si è speso fino all'ultimo per consentirlo firmando petizioni CONTRO il boicottaggio di Israele, supportando il CCFP ("Creative Community for Peace", un gruppo di sionisti estremisti che accusa di antisemitismo chiunque denunci i crimini israeliani) e addirittura scagliandosi contro la BBC per aver trasmesso un documentario sulle sofferenze di Gaza?

Amico mio, so benissimo che non era tua intenzione commemorare un supporter del genocidio. Però, di questi tempi, non si può continuare a comportarsi come un tempo. Questi tempi richiedono più attenzione, uno scatto di consapevolezza, un'evoluzione dei comportamenti. Oggi la priorità unica di chiunque voglia restare umano è di informarsi sulla Palestina, denunciare i crimini, partecipare a iniziative attive per creare e alimentare movimenti dal basso e usare il proprio reach (piccolo o grande che sia) per invitare altri a fare lo stesso.

Il momento di agire non è oggi, è iniziato quasi due anni fa. Il genocidio sta distruggendo il popolo palestinese, l'inattività nel fermarlo sta distruggendo l'intera società umana.

Avremo tempo di tornare a parlare di rock quando il genocidio verrà interrotto e i responsabili verranno puniti, nel frattempo però dedichiamo le nostre energie a raggiungere questi obiettivi perché se non li raggiungeremo, nulla di ciò che facciamo per essere felici avrà un senso. Un abbraccio.

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