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22 luglio 2025
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Separazione delle carriere: Senato approva nel nome di Silvio
di Rita Guma *

"Si realizza il sogno di Berlusconi". Lo ha dichiarato Antonio Tajani dopo il voto sulla riforma della giustizia che al Senato è passata con 106 voti favorevoli.

Per questo per il segretario di FI è una "giornata storica".

Il progetto di legge presentato dal governo, prevede, oltre a due carriere distinte per PM e giudici, due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente.

Per chi si è battuto anni fa - anche al Palavobis - contro il progetto berlusconiano di intaccare l'autonomia della magistratura creando un PM che può essere asservito al potere esecutivo è una grande sconfitta.

Non sconfitta nostra, ovviamente, perché noi non siamo politicizzati, abbiamo rappresentato gli italiani che vogliono una giustizia che non dipenda dagli umori del governo del momento - forte con i deboli, debole con i forti, favorevole con gli amici, come accade con i politici inquisiti e condannati - ma dello spirito della Costituzione di mantenere ben distinti i tre poteri e tutelare l'indipendenza della magistratura.

Va considerato che le leggi costituzionali necessitano, per l'approvazione, ben quattro passaggi in parlamento e, se non approvate con maggioranze blindate, possono esser sottoposte a referendum costituzionale, per chiedere il quale bastano anche solo cinque consigli regionali.

E, poiché con le attuali maggioranze dovute alla riduzione dei parlamentari e al Rosatellum, sono prevedibili le quattro approvazioni, dobbiamo augurarci che i cittadini siano chiamati a dire la loro nelle urne.

Quei cittadini che Meloni ha citato su X rivendicando: "L'approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione."

Noto, a margine, come nessun altro impegno preso con gli Italiani sia stato mantenuto e, considerando insieme le dichiarazioni di Tajani e Meloni, direi che l'impegno preso non fosse quello con gli italiani ma quello di fare le vendette di Berlusconi.

* Presidente Osservatorio


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