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22 luglio 2025
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Università di Pisa rompe con due atenei di Israele e supporta Francesca Albanese
di Gabriella Mira Marq

Nella seduta di venerdì 11 luglio, il Senato Accademico dell’Università di Pisa - Rettore Riccardo Zucchi - ha approvato una mozione che ribadisce la condanna della pulizia etnica in corso a Gaza nei confronti della popolazione palestinese e interrompe gli accordi quadro con le università Reichman ed Hebrew.

La mozione esprime anche solidarietà a Francesca Albanese, "Alumna di questa Università, che è stata recentemente attaccata con sanzioni personali dal Governo degli Stati Uniti, per il lavoro d’indagine che compie nei confronti di Israele e altri Stati nella violazione dei diritti in Palestina".

Inoltre chiede al Governo di "riconoscere lo Stato Palestinese e di revocare il Memorandum tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo dello Stato di Israele sulla cooperazione nel settore militare e della difesa".

La mozione spiega che con l’emanazione del nuovo Statuto, "l’Università di Pisa ha voluto introdurre un esplicito richiamo alla pace come valore fondamentale, in un momento storico in cui assistiamo al proliferare nel mondo di guerre che coinvolgono estesamente la popolazione civile. Quando la vita umana è calpestata e vilipesa si realizza la negazione dei principi che hanno fondato le comunità universitarie. Alla fiducia nella ragione, nella scienza e nella cultura subentra una tenebra che segna la dissoluzione di tutto quanto può definirsi umano".

"La pace non si costruisce attraverso la violenza. Riconoscere il valore della pace ci porta a un impegno concreto per contrastare il business degli armamenti, impegnandoci a non intraprendere attività volte allo sviluppo o al perfezionamento di armi da guerra. L’enfasi sulla necessità del riarmo espone al rischio di investire in strumenti che inevitabilmente saranno prima o poi utilizzati per spezzare vite, e appare particolarmente miope in un paese che dedica all’istruzione e alla ricerca una quota del PIL nettamente inferiore alla media europea."

Pertanto, le collaborazioni accademiche e scientifiche – didattiche e di ricerca – con governi, istituzioni universitarie, enti pubblici o privati, dovranno essere pienamente conformi a tali principi. Oltre a interrompere i rapporti con i due atenei sopracitati, il Senato Accademico si riserva di rivalutare in futuro gli altri progetti di collaborazione esistenti.

"i ha oggi evidenza di gravi violazioni del diritto internazionale e di violenza sistematica esercitata per volontà del Governo israeliano nei confronti della popolazione civile di Gaza, con l’uso della fame e della gravissima precarietà sanitaria come strumento di guerra, che configura oggettivamente una forma di pulizia etnica. Per questo motivo, gli accordi già in essere ed eventuali nuove proposte di collaborazione con il governo israeliano e con enti pubblici o privati israeliani dovranno essere oggetto di attenta valutazione, alla luce dei valori di pace, giustizia e responsabilità etica richiamati dallo Statuto".

"Contestualmente, il Senato esprime sostegno alle colleghe e ai colleghi israeliani che, con coraggio e determinazione, si oppongono alla guerra e alle politiche dell’attuale Governo di Israele, e vicinanza a tutti coloro che sono stati toccati dagli attacchi terroristici di Hamas."

L'Ateneo intende "confermare ed estendere i finanziamenti destinati all’apertura di corridoi umanitari per studiosi e studenti palestinesi e ad altre azioni rivolte a salvaguardare la cultura di questo popolo da un tentativo di annientamento indegno di ogni società che voglia definirsi civile."

In risposta alle segnalazioni di Cambiare Rotta (organizzazione giovanile) in merito a possibili infiltrazioni, il Senato ribadisce che "l’Università di Pisa è un luogo libero per l’espressione delle idee e delle opinioni, nel rispetto delle istituzioni democratiche ma senza alcuna sudditanza verso il potere. Considera la dialettica tra posizioni diverse un segno di ricchezza culturale e spirituale e attribuisce massima importanza alla tutela del dissenso. Un confronto che si eserciti nel rispetto del principio di legalità e nel segno della nonviolenza fisica e verbale sarà sempre garantito e difeso da ogni forma di interferenza esterna".

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