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Rep. Congo: liberare la nazione dall'impresa mafiosa dovere storico
di
Laurent Luboya
"Uno stato si perde quando i criminali governano la legge."
Montesquieu
I complotti sistematici e ricorrenti contro il capo dello Stato non dovrebbero più sorprendere nessuno. Dietro l'apparente normalità delle istituzioni, persiste una realtà molto più oscura: l'apparato militare, amministrativo ed economico del Paese rimane, in gran parte, nelle mani di una rete mafiosa militare-politico-economica profondamente radicata, e sempre fedele a Joseph Kabila.
Circa tre anni fa, ho avuto una notevole conversazione con un alto funzionario cabilista, un uomo influente, dopo aver prestato servizio nei servizi di sicurezza accanto a Laurent-Désiré e poi Joseph Kabila, ed ex ministro di quest'ultimo governo.
Ciò che mi ha affidato rimane impresso nella mia memoria: si dice che il RDC sia prigioniero di una rete di circa 5.000 individui che condividono le risorse del Paese, bloccano ogni tentativo di riforma e giurano fedeltà assoluta all'ex presidente.
Tra questi funzionari, alti funzionari, operatori economici e persino membri di istituzioni chiave, sabotando dall'interno ogni iniziativa dell'attuale governo. Il loro obiettivo è chiaro: preservare i loro privilegi e prevenire ogni forma di cambiamento reale.
Conosco bene la difficoltà di smantellare tale struttura, costruita e consolidata nel corso di decenni. Ma per il futuro della nostra Nazione, per la sopravvivenza delle nostre istituzioni, per il benessere delle generazioni future, questa lotta va combattuta con determinazione, coraggio e costanza.
In una delle sue interviste, il presidente Felix Tshisekedi ha riconosciuto uno dei suoi errori: non aver perseguito alcuni importanti attori nella corruzione e nella predazione. Questa chiarezza è salutare. Perché non è troppo tardi. Qui non si tratta di rovesciarsi in uno stato di polizia o in una dittatura. Si tratta di affermare l'autorità della legge, ripristinare la giustizia e ricostruire la fiducia tra il popolo e i suoi leader.
Questa lotta attrarrà inevitabilmente critici, sia a livello interno che internazionale. Alcuni piangeranno la caccia alle streghe, altri cercheranno di presentarla come una vendetta politica. Ma la storia non giudicherà dalle opinioni del momento, ma dai risultati ottenuti e dai principi difesi.
Il popolo congolese aspira ad uno stato forte, giusto e sovrano. È ora di mettere fine ai compromessi paralizzanti e ai calcoli politici. Tempo di scegliere il coraggio invece che la compiacenza.
L'occasione è ancora qui. Non lasciamo perdere.
"Quando governiamo, governiamo. Il resto è solo letteratura."
Charles de Gaulle
 
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