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19 luglio 2025
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Iran non cerca la guerra ma se costretto sarà pronto
di Tamara Gallera

"La guerra non è mai stata una nostra scelta. Ma se ci venisse imposta, siamo assolutamente pronti". Lo ha affermato oggi in un'intervista radiofonica il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.

Anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, durante una conversazione telefonica con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, ha affermato che l'Iran, in linea con i suoi principi fondamentali, ha costantemente sostenuto iniziative volte a promuovere la pace e la sicurezza.

"Nel corso della storia, l'Iran non ha mai cercato la guerra e l'insicurezza e ha sempre svolto un ruolo importante ed efficace nel stabilire la pace e la stabilità nella regione", ha dichiarato Pezeshkian, aggiungendo che, nonostante i colloqui e i negoziati in corso, l'entità israeliana ha lanciato un attacco in violazione delle norme e delle leggi internazionali, dopodiché gli Stati Uniti, agendo in completo coordinamento con il regime, hanno effettuato attacchi aerei contro gli impianti nucleari legittimi dell'Iran.

Il Ministro degli Esteri, dal canto suo, ha messo in guardia dal riporre fiducia in qualsiasi accordo di cessate il fuoco che coinvolga l'entità israeliana, citando i suoi "precedenti estremamente negativi". "Rimaniamo vigili e pienamente preparati in caso di violazione del cessate il fuoco", ha aggiunto, ribadendo la posizione difensiva dell'Iran.

Affrontando la questione dei negoziati sul nucleare, Araghchi ha affermato che Teheran attende un autentico impegno politico dalle altre parti coinvolte. Ha sottolineato che l'Iran cerca una soluzione equilibrata e vantaggiosa per entrambe le parti.

Il Ministro degli Esteri ha ribadito la posizione costante dell'Iran secondo cui il suo programma nucleare è rigorosamente pacifico. Riferendosi all'accordo nucleare del 2015 con il gruppo P5+1, ha sottolineato che l'accordo garantisce la trasparenza e limita il programma a obiettivi non militari. L'Iran, ha affermato, continua a onorare l'accordo. Ha attribuito le attuali tensioni al ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall'accordo, definendolo la fonte della crisi in corso.

Commentando i recenti attacchi contro le strutture iraniane, Araghchi ha sostenuto che le soluzioni militari non hanno prodotto risultati. Ha sottolineato che solo una via diplomatica può portare a una soluzione duratura. "Una via diplomatica è possibile solo se la controparte abbandona la sua agenda militare e compensa i danni causati", ha affermato. Ha inoltre messo in guardia dalle terribili conseguenze ambientali derivanti da qualsiasi attacco a strutture nucleari pacifiche, definendo tali azioni gravi e imperdonabili.

Passando alle alleanze regionali, Araghchi ha espresso gratitudine per il sostegno offerto dagli Stati membri dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, in particolare la Cina. Ha elogiato la ferma posizione di Pechino nel sostenere l'Iran, affermando che Teheran si aspetta un ampio supporto politico al prossimo vertice della SCO.

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