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19 luglio 2025
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Emanuela Loi: un sorriso spento dalla mafia
di Santina Sconza

Fra le prime donne poliziotte adibite al servizio scorte, è stata la prima agente donna della Polizia di Stato a restare uccisa in servizio.

Emanuela nel giugno 1992 fu affidata come scorta al magistrato Borsellino. Non aveva paura del nuovo incarico, sapeva perfettamente che cosa era accaduto a Giovanni Falcone e ai suoi colleghi, ma rassicurò i genitori, che dopo la strage di Capaci, non le sarebbe accaduto nulla.

Giovanna Gotter è una sua collega di corso così descrive Emanuela:

"Era una ragazza allegra e socievole, una ragazza spensierata, senza grilli per la testa. Aveva studiato da maestra, ma poi la vita l'ha portata a cercare un lavoro fisso, e così aveva fatto il concorso in Polizia e lo aveva vinto subito, perché era una ragazza intelligente.
Emanuela era sensibile e le piaceva stare tra la gente. Aveva preso seriamente il corso di Polizia, studiava tanto e aveva intenzione di dedicarsi alla gente, come è la nostra professione.
La nostra è una missione, se uno non ha lo spirito di volere aiutare la gente, non può fare il poliziotto, perché la polizia non arresta solo i delinquenti, nella maggior dei casi facciamo un servizio per prevenire i reati, non solo per reprimerli".

Emanuela Loi aveva solo 24 anni quando fu uccisa, la sua giovane vita stroncata da sanguinari mafiosi.

Ancora oggi, giustizia non è stata fatta, sono stati arrestati i capimafia Riina, Provenzano, ma l'agenda rossa di Paolo Borsellino non è stata ancora trovata.

Oggi c'è qualcuno che vuol farci credere che la strage fu una strage di solo mafia, qualcuno vuol deviare la verità, ma noi siamo convinti che fu strage di Stato-Mafia.

Vogliamo la verità lo dobbiamo alle giovani vittime della scorta, a Borsellino, ai figli delle vittime, perché uno Stato democratico che è forte deve aver coraggio di portare fino in fondo la verità.


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Dossier terrorismo

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