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Papa Leone criticato: non nomina Israele che ha bombardato chiesa di Gaza
di
Leandro Leggeri
Il recente attacco aereo israeliano che ha colpito l’unica chiesa cattolica nella Striscia di Gaza, uccidendo tre persone e ferendo diverse altre, tra cui il parroco Padre Gabriele Romanelli, ha scosso profondamente la comunità cristiana palestinese. Ma a suscitare ulteriore sdegno è stata la reazione giudicata evasiva di Papa Leone XIV, che ha espresso “dolore” e invocato un cessate il fuoco, senza mai nominare Israele come responsabile dell’attacco.
Il silenzio del pontefice su chi abbia materialmente colpito la Chiesa della Sacra Famiglia – che ospitava civili sfollati – ha generato una valanga di critiche da tutto il mondo, soprattutto sui social media. In molti, tra cui numerosi cristiani palestinesi, hanno definito le sue parole “vergognose” e “codarde”, sottolineando il contrasto con il suo predecessore, Papa Francesco, che non esitava a denunciare apertamente le violenze israeliane a Gaza.
Mentre il governo israeliano ha ringraziato il papa per le sue parole, in rete monta la rabbia: "Le parole di conforto del Papa sono per chi ha subito l’attacco, non per il governo che lo ha ordinato", ha scritto un utente. Per altri, si tratta di un ennesimo esempio di come le istituzioni occidentali preferiscano la neutralità al coraggio, anche davanti alla distruzione di luoghi sacri e vite innocenti.
Nel frattempo, il massacro continua: 58.573 palestinesi sono stati uccisi a Gaza, il 79% delle moschee è stato raso al suolo, e ora anche le chiese vengono colpite. Ma chi dovrebbe parlare in nome della pace e della giustizia resta in silenzio o si nasconde dietro frasi generiche.
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