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Milano: inchiesta urbanistica, indagato Beppe Sala
di
Roberto Rizzardi
Non sono più un cittadino milanese da 35 anni, ma continuo ad interessarmi della città in cui sono nato e cresciuto, e che da molto tempo non è più quella che ho conosciuto, divenuta arida, scostante, altezzosa e "per ricchi".
La scelta di un centrosinistra, già abbondantemente "sbandato" al crepuscolo della gestione Pisapia, di puntare, e poi ripuntare, su Beppe Sala l'ho sempre trovata suicida e dissennata.
La città è peggiorata molto, fuori dell'ambito ristretto del piccolo popolo degli aperitivi. È divenuta pericolosa, disorganizzata, costosa e assente per tutti quelli privi di un portafoglio bello gonfio.
Oggi i nodi pare vengano finalmente al pettine. Il "Beppe" è indagato per il suo ruolo in un sistema banditesco di palazzinari disinvolti, funzionari corrotti e assessori infedeli, che ha stravolto la città con fungaie di grattacieli dalla difficile locazione, tutti abusivi e costruiti grazie ad una associazione a delinquere che non può prescindere da una copertura fraudolenta da parte del servizio pubblico.
A pagare il prezzo di quel malaffare sono stati i servizi, variamente massacrati o resi di problematica fruibilità, con balzelli di varia natura, più o meno onerosi, imposti con la pretesa di favorire svolte green di facciata, inefficaci e calate erraticamente e senza un criterio riconoscibile.
Una città altezzosa, difficile ed avara.
Non possiamo dare Milano in mano alle destre, dissero gli stati maggiori del centro sinistra, indicando in Beppe Sala la carta vincente grazie alla sua gestione dell'Expo, cosa che invece avrebbe dovuto escluderlo senza indugio.
Voto utile? Sì, perbacco, alle destre.
 
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