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Open Arms: Procura ricorre alla Cassazione contro assoluzione di Salvini
di
Rita Guma *
Salvini continua a ripetere come un mantra che "difendere i confini non è un reato".
Ma non è questo il punto per cui è stato perseguito e per il quale la Procura di Palermo ha da poco depositato un ricorso in Cassazione per impugnare la sentenza di assoluzione.
Il punto è stabilire se Salvini, in qualità di ministro, era legittimato a imporre il fermo della nave nel porto senza lasciar scendere i migranti, o se invece, in base al diritto internazionale, aveva il dovere di farli sbarcare.
Questi infatti, per conseguenza delle decisioni di Salvini, sono stati privati per giorni della libertà personale, uno dei primi beni fra quelli fondamentali tutelati dalla Costituzione italiana (e anche altre) e dalle Carte e convenzioni dei diritti ONU e Europea.
Esiste infatti un principio giuridico, l'habeas corpus, che individua il diritto della persona di disporre del proprio corpo, salvo che vi sia una motivazione legittima per cui una autorità possa impedirlo.
Infatti la Procura contesta in Cassazione il fatto che i giudici, nel redigere la sentenza, non abbiano tenuto conto - come quadro in cui incasellare il caso specifico - di norme internazionali di rango superiore riguardanti gli obblighi di accoglienza dei paesi di frontiera, in questo caso l'Italia con frontiera il mare.
Il ricorso della Procura si basa peraltro sulla decisione di febbraio della Cassazione civile a Sezioni Unite per il caso di un migrante della Diciotti che si è visto riconoscere un risarcimento proprio per la privazione della libertà cui era stato sottoposto.
Tale sentenza si basava sul principio che che le norme internazionali sul soccorso in mare imponevano al ministro di far sbarcare i naufraghi nel più breve tempo possibile, e quindi il suo rifiuto è stato un atto illegittimo. Il che è applicabile anche nel caso Open Arms.
Questo processo è stato fortemente politicizzato dalla destra al governo e le varie parti le cui richieste o testimonianze sostenevano il quadro di colpevolezza di Salvini sono sottoposte a intimidazioni come biasimo di diversi politici sui media e attacchi diretti.
Per esempio, il ministero dei trasporti, di cui Salvini è titolare, ha fatto sottoporre ad una perquisizione di 10 ore una nave della Ong Mediterranea, che si era costituita parte civile al processo Open Arms e poi ha emanato l'ordine di sbarcare immediatamente i mezzi di soccorso.
Questo ovviamente ha creato difficoltà operative ai volontari che salvano vite in mare, oltre a impedire un tempestivo intervento in caso di necessità.
Questi atti e atteggiamenti dei componenti del governo, fra cui lo stesso imputato del processo - che come funzionari dello stato avrebbero solo dovuto attendere la sentenza - riprendono uno stile mafioso e creano un tessuto retorico che è stato mutuato dagli odiatori della rete i quali hanno lanciato attacchi e minacce nei confronti dei magistrati impegnati nel caso, che stavano facendo soltanto il loro lavoro.
Anche adesso, parlare di difesa dei confini, che non c'entra proprio niente, fa sembrare i pm dei sovversivi antipatriottici quando invece stanno operando per tutelare le libertà della persona sancite in Costituzione.
* Presidente Osservatorio
 
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