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USA irrigidiscono atteggiamento verso la Russia
di
Giacomo Gabellini
Conformemente a quanto anticipato, gli Stati Uniti irrigidiscono la postura nei confronti della Russia.
Nello specifico, il presidente Trump ha annunciato l’imminente fornitura a Kiev di «oltre 17» batterie Patriot comprensive dei relativi intercettori, più attrezzature militari di vario genere. Tutto a spese dei Paesi europei, come sottolineato più volte dallo stesso Trump e confermato dall’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato Matt Whitaker.
L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre minacciato di imporre dazi secondari del 100% qualora la Russia non adotti un atteggiamento costruttivo in sede negoziale entro 50 giorni.
Non si è giunti, almeno per il momento, alla confisca dei beni russi sottoposti a congelamento fin dal 2022 come ventilato nei giorni scorsi dal senatore Lindsey Graham, che in una recente intervista rilasciata a «Cbs News» si è detto praticamente certo che il suo disegno di legge, inteso a conferire al presidente la facoltà di imporre dazi del 500% nei confronti di Paesi che intrattengono relazioni commerciali con la Russia e non sostengono l’Ucraina, ottenga l’approvazione al Congresso.
Graham ha definito il Sanctioning Russia Act «un martello», in grado di costringere i Paesi neutrali a scegliere tra la cooperazione con l’economia americana e il sostegno alla Federazione Russa. «Cina, India e Brasile soffriranno molto se non interromperanno il supporto a Putin», ha dichiarato.
L’attivismo statunitense si inserisce in un quadro strategico caratterizzato da crescenti difficoltà registrate dall’Ucraina nel contenere gli attacchi missilistici e gli avanzamenti sul terreno ad opera delle forze armate russe, a dispetto di quanto affermato negli ultimi tempi da diversi grandi mezzi di comunicazione di massa.
 
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