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16 luglio 2025
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Venezuela, Colombia e Brasile condannano azioni di Israele contro i palestinesi
di Vitoria Sobral

Durante il suo discorso al vertice di Bogotą, il presidente venezuelano Nicolįs Maduro ha dichiarato che l'incontro rappresenta "una risposta morale e politica alle atrocitą commesse contro il popolo palestinese in un contesto di impunitą senza precedenti". Ha esortato la comunitą internazionale a rompere il suo silenzio complice di fronte a quella che ha definito la "macchina per uccidere" israeliana.

"Alziamo le nostre voci con determinazione e rabbia contro il silenzio del mondo di fronte al genocidio in corso contro i palestinesi", ha dichiarato Maduro, sottolineando che la situazione a Gaza e in tutta la Palestina "non č un conflitto tra parti alla pari, ma un piano sistematico per distruggere un popolo e cancellarne l'identitą".

Maduro ha avvertito che "ogni bomba sganciata su un ospedale, una scuola o una casa palestinese non solo uccide vite innocenti, ma mina anche le fondamenta della pace mondiale e accelera il collasso morale dell'ordine internazionale". Ha concluso affermando "il diritto della Palestina a esistere, a resistere e a vivere liberamente in uno Stato pienamente sovrano con Gerusalemme Est come capitale", ribadendo il pieno e incrollabile sostegno del Venezuela alla causa palestinese e al suo popolo.

Il Gruppo dell'Aja, inizialmente formato da Sudafrica e Colombia, si č ampliato fino a includere Algeria, Brasile, Indonesia, Qatar e Spagna. Inoltre, il presidente colombiano Gustavo Petro, che ha ospitato l'evento, ha affermato che il mondo sta passando dalla condanna all'azione collettiva contro l'aggressione militare di Israele.

Otto giorni fa, il Guardian ha pubblicato un articolo d'opinione del presidente colombiano Gustavo Petro, in cui questi accusava il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver orchestrato una "campagna di devastazione" a Gaza e invitava la comunitą internazionale ad andare oltre l'indignazione simbolica e ad agire concretamente in difesa del diritto internazionale.

Petro č emerso come uno dei leader mondiali pił schietti nel condannare la guerra di "Israele" contro Gaza, e il suo ultimo articolo d'opinione si aggiunge a una crescente serie di forti critiche al genocidio israeliano in corso.

Denunciando quelli che ha descritto come 600 giorni di atrocitą sistematiche, Petro ha scritto che l'inazione del mondo rischia di legittimare un modello di impunitą in cui la violenza coloniale, la pulizia etnica e la guerra d'assedio sono normalizzate contro una popolazione prigioniera. "Se non agiamo ora", ha scritto, "non solo tradiamo il popolo palestinese, ma diventiamo complici delle atrocitą commesse dal governo di Netanyahu".

Due giorni prima, aprendo il vertice dei Brics, a Rio de Janeiro, il presidente brasiliano, Luiz Inįcio Lula da Silva ha dichiarato che "Assolutamente nulla giustifica le azioni terroristiche perpetrate da Hamas.Ma non possiamo rimanere indifferenti al genocidio praticato da Israele a Gaza, all'uccisione indiscriminata di civili innocenti e all'uso della fame come arma di guerra".

In seguito il Brasile ha reso noto che si unirą al Sudafrica e agli altri stati che stanno portando avanti la causa contro Israele presso la Corte di Giustizia Internazionale dell'ONU.

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