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Il velodromo d'inverno
di
Rinaldo Battaglia *
Quando Hitler decise l'attuazione, nella Francia occupata, dello sterminio di massa per gli ebrei francesi, ottenne l'aiuto del governo fascista e collaborazionista del maresciallo Pétain, installato a Vichy.
A Parigi Hitler ne pretendeva almeno 20.000 dei 25.000 censiti.
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1942 (rinviata di due giorni dato che il 14 era festa nazionale, quella del famoso ‘Liberté, égalité, fraternité'….) i tedeschi e i collaborazionisti fascisti francesi rastrellarono 13.000 ebrei francesi, internandoli nel Velodromo d’inverno (il 'Vel' d'hiv', come lo ricordano tristemente i francesi). Da lì verranno deportati nel campo di Beaune-La Rolande e quindi, dopo aver separato gli uomini dalle donne e dai bambini, inviati nei campi di sterminio nell’attuale Polonia.
In Francia, a guerra finita i francesi processarono i capi di Vichy. Non così in Italia.
Il Maresciallo Philippe Pètain, Generale di Corpo d’Armata, Croce di guerra ‘14/’18, Gran Maestro dell’Ordine della Legion d’Onore, salvatore della patria a Verdun con tanto di Medaglia Militare , eroe riconosciuto della Grande Guerra, ma dopo il giugno ’40 vero collaborazionista di Hitler, venne processato nella ‘Norimberga Francese’ dell’autunno del 1945.
Come il suo braccio destro, Pierre Laval, venne condannato a morte, ma a differenza di questi, non venne fucilato il 15 ottobre ’45. Il nuovo capo della Francia, Charles de Gaulle, per l’età (89 anni) e per le medaglie di Verdun commutò la pena in carcere eterno.
Morirà 6 anni dopo nel 1951. Le sue spoglie non finirono come da sua precisa richiesta – sempre rifiutata dal governo – nell’ossario di Verdun assieme ai suoi soldati, ma nel piccolo anonimo cimitero di Port-Joinville, quello dei carcerati per crimini comuni, di L’Ile-d’Yeu dov’era stato condannato per sempre.
Non avrà quindi facili visite o solenni rimpatriate come il nostro Mussolini a Predappio, pur non essendo stato quest’ultimo eroe nella Grande Guerra. O mausolei ad Affile per Graziani.
In ogni caso, sia per i bambini e tutti i morti innocenti causati dalla Francia di Vichy o dalla nostra Repubblica di Salò, poco sarebbe cambiato, anche con scelte politiche diverse.
Che per la Shoah fossero criminali, razzisti ed antisemiti, sia Mussolini che Pétain, è la Storia a dirlo.
Tutto il resto sono ‘chiacchiere e distintivo’.
E per me, oggi, non contano.
16 luglio 2025 – 83 anni dopo – Rinaldo Battaglia
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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