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Ascesa strategica di Hezbollah: Iran ridefinisce la deterrenza in Medioriente
di
Leandro Leggeri
L’attacco diretto dell’Iran contro Israele nell’operazione Truthful Promise 3 segna, secondo Abbas Al-Zein su The Cradle, una svolta dottrinale senza precedenti.
Per la prima volta Teheran ha colpito il territorio israeliano in modo aperto e frontale, rompendo decenni di ambiguità strategica. Questo evento ha ridefinito il ruolo di Hezbollah, che da attore libanese con funzione difensiva diventa oggi partner centrale di un’alleanza militare a guida iraniana.
Hezbollah non è più soltanto una “resistenza” nazionale ma una componente strategica regionale che opera all’interno di una rete statale di deterrenza. In questo nuovo scenario, colpire Hezbollah equivale a sfidare direttamente l’Iran.
Le perdite che Hezbollah ha subito nella guerra con Israele – in termini di vite, infrastrutture e logistica – non vengono più lette come fallimenti locali ma come sacrifici parte di una guerra regionale coordinata.
L’Iran ha ridefinito il concetto di deterrenza: non si tratta più solo di difesa, ma di imporre nuove regole del gioco contro Israele, con Hezbollah inserito in una struttura operativa multilivello. L’integrazione è anche tecnologica e informativa.
Durante l’offensiva iraniana, Hezbollah ha avuto accesso a dati in tempo reale sui sistemi di difesa israeliani come Iron Dome e David’s Sling, ottenendo indicazioni cruciali per adattare le proprie strategie. I bersagli colpiti da Teheran erano in larga parte già noti a Hezbollah, a conferma di una pianificazione condivisa a monte, anche in assenza di operazioni congiunte visibili.
Secondo l’autore, Hezbollah sta ora modificando radicalmente la sua postura operativa. Il comando statico lascia spazio a una struttura mobile e decentralizzata. Il partito ha smesso di anticipare pubblicamente le proprie mosse, preferendo l’effetto sorpresa.
La risposta immediata viene sostituita da una strategia di logoramento nel tempo, basata sulla deterrenza progressiva. E sul fronte interno libanese, Hezbollah cerca oggi di mantenere un basso profilo per preservare la propria legittimità come garante della sicurezza, evitando scontri politici che indebolirebbero la sua posizione.
L’analisi si chiude con una tesi forte: Hezbollah non è stato indebolito dal conflitto, ma ridefinito. È ora un attore strutturato, armato di intelligence operativa, protetto da uno Stato sovrano e inserito in una rete militare transnazionale che agisce secondo una logica di mutua difesa. La guerra tra Teheran e Tel Aviv ha trasformato Hezbollah in un partner strategico a tutti gli effetti.
Con l’Iran ormai apertamente in campo, la resistenza libanese smette di combattere da sola. Nasce un nuovo equilibrio del terrore che Israele non può più contenere né prevedere.
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