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Noi siciliani impegnati contro la mafia: le stragi e l'oggi
di
Santina Sconza *
19 luglio 1992 strage Paolo Borsellino. Quel giorno e chi lo dimentica, eravamo già feriti, arrabbiati per la Strage del 23 maggio a Giovanni Falcone e scorta, ma quella domenica infernale del 19 luglio segnò per sempre la mia vita e quella di molti siciliani.
Non mi ero mai posta la domanda se Giovanni o Paolo, se la moglie di Falcone Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e i cinque agenti della scorta di Borsellino Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo
Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina fossero di destra o di sinistra.
L'unica cosa che mi ero chiesta è perché la mattanza dei servitori dello stato continuasse senza fine.
Erano anni che vivevo insieme a compagni e amici questa mattanza, dal 10 luglio 1976 con l'uccisione del procuratore Vittorio Occorsio ucciso dal fascista Concutelli responsabile ai suoi occhi di svolgere indagini sugli ambienti dell'estremismo di destra.
Anni bui, di violenza e di sangue, vi fu una mattanza di giornalisti: Peppino Impastato, Pippo Fava e.., di deputati Aldo Moro, Mattarella e.., forze dell'ordine come il generale Dalla Chiesa, Beppe Montana e così via fin agli anni novanta.
Eravamo stanchi noi siciliani di questo sangue innocente versato, nel 79 mi trasferii con mio marito per lavoro ad Imperia e ricordo che mi vergognavo ad uscire di casa tutte le volte che veniva ucciso un servitore dello stato, perché siciliana.
Ritornai in Sicilia alla fine degli anni ottanta, incominciai a lottare, così come avevo fatto tutta la mia vita, per la legalità, iniziando dalla scuola di mio figlio.
Ma quel nefasto anno 1992 fu così terribile che lasciò una ferita profonda mai rimarginata, si perché sanguina ogni anno per la ricorrenza delle stragi Falcone e Borsellino.
Da quel giorno ci fu una collaborazione, una unità di intenti fra magistrati, forze dell'ordine e società civile, nessuno di noi mai si chiese se Paolo Borsellino fosse di destra.
Poi alcuni della società civile, con lingua biforcuta, iniziarono a mormorare che a Catania il 19 luglio Borsellino non si celebrava perché era di destra, la realtà è che noi andavamo a Palermo a ricordarlo, perché il 23 maggio per la strage di Falcone si ricordavano insieme Giovanni e Paolo nella scalinata del Palazzo di Giustizia a Piazza Giovanni Verga nella nostra città.
Ogni anno i catanesi il 23 maggio alle ore 20, associazioni e i partiti insieme a Città Insieme che era la promotrice ci ritrovavamo insieme ai magistrati per ricordare e il coro di Salvatore Resca intonava delle canzoni.
Mai a nessuno di noi è venuta l'idea di strumentalizzare la morte di Giovanni o Paolo, affermando che siamo entrati in politica o a lottare per la legalità per la strage dell'uno o dell'altro, eravamo già antimafiosi e contro i politici disonesti fin dagli anni settanta.
Mai nessuno di noi si è posta la domanda se quel magistrato che parlava nei convegni fosse di destra o di sinistra, Ingroia, Scarpinato, la Chinnici e tanti altri, eravamo uniti nella lotta per la legalità.
Oggi c'è chi dice che Paolo fosse di estrema destra, un peccato di gioventù di uno studente matricola, ma non ho mai saputo quali fossero le sue idee politiche da magistrato, magari non erano più di destra essendo un giudice conosceva bene le stragi fasciste.
A chi serve, a chi giova mettere zizzania ed indicare con il dito che quel magistrato è di destra o di sinistra semplicemente a chi quel giudice o è scomodo o per interessi politici.
Sono in Sudafrica ma sarò con il cuore alla iniziativa proposta dal magistrato Sebastiano Ardita il 19 Luglio all’Arena Adua - via S Nicolò al Borgo a Catania - alle ore 20 per commemorare Paolo Borsellino con Addiopizzo.
Così come sarò a tutte le iniziative a Palermo proposte da Agende Rosse e Salvatore Borsellino, perché pur separandoci migliaia di chilometri io sarò con voi, perché il mio cuore sanguina ancora e non mi rassegnerò mai che i colpevoli siano fuori a tramare contro la Magistratura e i Servitori dello Stato onesti.
Saranno giorni in cui chiederemo che giustizia sia fatta, che si riapra il processo sulla strage di via D'Amelio, perché siamo stati e saremo sempre convinti che non fu solo mafia ma strage Stato-Mafia dove servizi segreti corrotti, fascisti e funzionari dello stato guidarono la mano assassina di Cosa Nostra.
La Procura di Caltanissetta per ora non archivia spunta un nuovo verbale: Paolo Borsellino voleva indagare sulla pista nera della strage di Capaci, noi attendiamo con ansia che verità e giustizia siano fatte.
* Coordinatrice Commissione Mafia e Antimafia dell'Osservatorio
 
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