Polizia dei coloni in arrivo, con licenza di uccidere
di Leandro Leggeri

Nel cuore della Cisgiordania occupata, l’apartheid armato fa un ulteriore salto di qualità. Il governo israeliano, sotto la guida del ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, ha inaugurato un’unità paramilitare composta da coloni degli insediamenti illegali.

Addestrati, equipaggiati con armi da guerra e dotati di “autorità speciali”, questi nuovi gruppi opereranno in pieno assetto da combattimento per garantire un “intervento immediato” contro presunti “terroristi”.

La cerimonia d'inaugurazione si è svolta presso la Tomba dei Patriarchi a Hebron, uno dei luoghi simbolo dell’occupazione, alla presenza di alti ufficiali della polizia israeliana.

Ben Gvir ha parlato apertamente di un cambio di paradigma: da una strategia difensiva a un approccio apertamente offensivo, militante e combattivo. Parole che suonano come un via libera alla militarizzazione della popolazione civile coloniale e all’intensificazione della violenza contro i palestinesi.

Già oltre 120.000 coloni sono stati armati dal 7 ottobre 2023, nel quadro di una campagna che ha portato a un’escalation di attacchi contro civili palestinesi, comprese uccisioni extragiudiziali, incendi di terre agricole, espropri forzati e distruzione sistematica di case nei campi profughi.

Dietro lo slogan della “lotta al terrorismo”, si nasconde una realtà brutale: l’ampliamento dell’impunità armata coloniale in una terra già martoriata da decenni di occupazione, espulsioni e apartheid.

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Dossier terrorismo