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11 luglio 2025
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Sanzionare la verità
di Raffaele Florio

Francesca Albanese dà fastidio. Punto. Fa il suo lavoro, lo fa bene, e per questo viene punita.

Non ha lanciato razzi, non ha finanziato gruppi armati, non ha invaso nessuno. Ha semplicemente detto quello che ogni osservatore onesto vede: a Gaza è in corso un massacro sistematico, scientifico, programmato. Un genocidio a fuoco lento, dove ogni giorno si bruciano civili, ospedali, scuole, speranze. E qualcuno, nel silenzio complice dell’Occidente, ci guadagna pure.

Francesca Albanese ha osato ricordare che il diritto internazionale non è una lista della spesa da rispettare solo quando fa comodo alla Nato o a Tel Aviv. Ha osato denunciare i crimini di guerra del governo Netanyahu, che ormai governa con l’etica di Attila e l’immunità di uno Stato che può tutto perché ha lo zio d’America alle spalle.

Risultato? Gli USA la sanzionano. Non Israele. Non i generali con le mani sporche di sangue. Non chi affama una popolazione e bombarda i campi profughi. No: viene colpita una relatrice ONU che si ostina a raccontare la verità.

E il governo italiano? Il governo dei “patrioti”? Quelli che sventolano il tricolore anche per condire il cappuccino? Zitti. Zittissimi. Mentre una cittadina italiana viene aggredita diplomaticamente dagli USA per aver fatto il suo dovere, Meloni e Tajani si nascondono sotto il banco come scolaretti col compito in bianco.

Il diritto internazionale? Roba da parrucconi di Bruxelles. La tutela dei cittadini italiani all’estero? Vale solo se c’è da sventolare la bandiera a Lampedusa. Se invece sei una donna, preparata, indipendente e pure colpevole di dire la verità sui crimini di Israele, allora arrangiati.

Meloni, che non ha mai perso un’occasione per battere i pugni sul tavolo europeo – salvo poi pulirsi le nocche con le salviettine umidificate della Nato – ora tace. Tajani, che da ministro degli Esteri dovrebbe difendere i suoi rappresentanti, si limita a biascicare banalità sulle “posizioni condivise con i partner”. Certo, partner che nel frattempo mettono sotto sanzioni un’esperta ONU italiana. Complimenti.

Intanto Netanyahu – il vero beneficiario di tutta questa farsa – può continuare a bombardare, a mentire, a minacciare. “Sessanta giorni di tregua, poi torniamo a fare i macellai”. Questo ha detto, in pratica. E nessuno gli chiede conto. Nessuno gli impone nulla.

Perché? Perché ci sono Francesca Albanese da mettere a tacere e valichi umanitari da sbandierare come foglie di fico. E intanto i bambini palestinesi muoiono come mosche in una stanza chiusa. Ma guai a dirlo: ti mettono sotto sanzioni.

La verità, quella vera, è che oggi chi difende i diritti umani rischia più di chi li calpesta. Chi invoca la pace è trattato come un estremista, mentre chi semina morte riceve forniture militari. Chi denuncia è un problema. Chi bombarda è un alleato strategico.

È questa l’Europa dei diritti? È questo l’Occidente che ci piace tanto?

Se sì, allora Francesca Albanese non è il problema. Siamo noi. Muti, complici, e vigliacchi.

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