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Bob Vylan paga le conseguenze
di
Aranka Korosi
Ogni giorno ascoltiamo rapper osannati da milioni di fan che:
- parlano di pistole e accoltellamenti,
- glorificano cocaina, crack, pillole,
- sputano sulle forze dell’ordine,
- degradano le donne a oggetti sessuali...
Nessuno cancella tour, nessun politico si indigna, nessun visto revocato.
Ma poi arriva Bob Vylan sul palco del Glastonbury e dice:
“Death to the IDF” "Morte a IDF" (IDF: esercito israeliano, Israele Defense Forces).
Dunque la frase era contro l'esercito, NON contro un popolo o una religione!
Risultato?
Concerti annullati
Tour statunitense svanito
Contratti discografici disdetti
Visto USA revocato
Indagini per incitamento all’odio
Politici britannici scatenati
Linciaggio mediatico...
E lì ti rendi conto di una cosa: puoi dire tutto ma non puoi toccare Israele.
Nemmeno con una frase. Nemmeno sul palco. Nemmeno da artista.
È come se ci fosse un tasto rosso invisibile: se lo premi, ti crolla il mondo addosso.
Quella che chiamano “libertà d’espressione” ha un prezzo.
E quando si parla di Israele… quel prezzo può essere la tua carriera.
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