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10 luglio 2025
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Von der Leyen non è stata sfiduciata
di Pierpaolo Minardi

Ursula Von der Leyen è passata indenne attraverso il voto di sfiducia al parlamento UE.

La mozione di sfiducia ha ottenuto 360 voti contrari, 175 sì e 18 astenuti. Per l'Italia avevano annunciato il voto favorevole Lega e M5s, e contrario FdI e Pd.

Rieletta lo scorso anno, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen affronterà giovedì il primo voto di sfiducia del decennio, che si prevede fallirà per mancanza di maggioranza, ma che comunque rivela una diffusa insoddisfazione nei confronti della sua leadership.

Al quinto anno del suo mandato, von der Leyen si trova ad affrontare un voto di sfiducia al Parlamento europeo, a seguito delle crescenti critiche degli ultimi anni su temi quali clima, difesa e trasparenza.

La mozione è stata presentata dall'eurodeputato rumeno Gheorghe Piperea del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), ottenendo 79 firme, sufficienti per portare la questione al dibattito parlamentare. La mozione contesta la leadership di von der Leyen per il suo rifiuto di pubblicare i messaggi di testo scambiati con l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante i negoziati UE sul contratto per il vaccino contro il COVID-19 nel 2021.

Piperea sostiene che la Commissione abbia violato le proprie norme sulla trasparenza e abbia disatteso una sentenza del Tribunale dell'UE, che aveva ordinato la pubblicazione di tali comunicazioni. Ha descritto la condotta della Commissione come un "abuso di potere" e ha chiesto la piena trasparenza.

Rivolgendosi al Parlamento lunedì, von der Leyen ha respinto la mozione definendola "presa dal più antico repertorio degli estremisti". Ha accusato i suoi critici di diffondere teorie del complotto sostenute da interessi stranieri, con un implicito riferimento alla Russia.

Ha sottolineato che i negoziati sul vaccino sono stati condotti congiuntamente con gli Stati membri dell'UE e ha respinto le affermazioni di segretezza o clausole nascoste definendole "semplici bugie".

Ha anche detto che si trattava di manovre di propaganda putiniana.

In realtà i rilievi sul suo comportamento riguardo alle trattative sui vaccini e relativa trasparenza è stato oggetto di critiche anche dalla Corte Europea, quindi non si tratta di rilievi politici ma giuridici.

E anche il Comitato giuridico dell'europarlamento aveva ritenuto illecito che la Presidente della Commissione avesse deciso il programma ReArm senza passare prima per la discussione e approvazione da parte dell'organo legislativo elettivo dell'UE.


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