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10 luglio 2025
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Netanyahu sfida New York ignorando arresto per crimini di guerra
di Leandro Leggeri

In un gesto provocatorio e carico di arroganza politica, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che visiterà New York nonostante l’impegno dichiarato di Zohran Mamdani, candidato sindaco di origini ugandesi e palestinesi, a farlo arrestare per crimini di guerra se dovesse mettere piede in città.

La mossa ha fatto scalpore, soprattutto per il fatto che Netanyahu ha dichiarato che sarà accompagnato dal presidente Donald Trump, definito nei media come il suo “scudo umano”.

Trump, da parte sua, ha affermato: “Lo tirerò fuori io”, riferendosi a un eventuale arresto del leader israeliano. Un’affermazione che suona come una chiara interferenza nei confronti della giustizia internazionale e del rispetto per le vittime palestinesi dei bombardamenti su Gaza, che hanno causato decine di migliaia di morti e feriti.

Zohran Mamdani, noto per il suo attivismo a favore della causa palestinese e per il sostegno alla campagna BDS, ha dichiarato che se eletto, onorerà il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu per crimini di guerra.

La visita di Netanyahu a New York, pianificata per i prossimi mesi, sembra dunque configurarsi come una sfida aperta alla legalità internazionale e alle richieste di giustizia provenienti da milioni di persone solidali con la Palestina.

Il gesto di portare con sé Trump non è solo simbolico, ma rappresenta l’ennesima saldatura tra impunità e potere.

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