Violante nel segreto del confessionale
di Lionello Fittante

Adriano Sofri chiede a Violante di fare il nome di chi, secondo dichiarazione di questi, lo convinse che Sofri stesso fosse colpevole dell'omicidio Calabresi (per il quale Sofri è stato condannato e per il quale ha scontato la pena inflitta, senza scappare, pur avendone la possibilità, ma consegnandosi).

Oggi Violante risponde. Ma c'è qualcosa nella risposta che non mi torna (La Repubblica di oggi).

Dice Violante che non farà il nome perché 'vincolato' dalla richiesta di 'riservatezza' della sua fonte di allora.

Mi chiedo: ma Violante ha ricevuto l' informazione nel segreto di un confessionale in quanto padre confessore? O in una redazione di giornale in quanto giornalista? O nel suo studio di psicoanalista o medico, ecc? Insomma, in una di quelle forme che tutelano il segreto della fonte?

E se io, normale e comune cittadino venissi a sapere dettagli, elementi, di un reato, potrei invocare di averlo saputo ma di non poter dire da chi perché 'vincolato' dal segreto, o sarei obbligato a riferire ai magistrati quel che so (Violante è stato un magistrato)?

Ma Violante spiega che la sua era una 'notizia contro la persona poi condannata. La sentenza si basa su fatti, non su opinioni'.

Ma allora, mi chiedo ancora, se a lui non fu riferita una notizia, un fatto, ma un' opinione, di cosa parla? E, in più, si convinse sulla base di un' opinione (tale la definisce lui) e non su fatti?

Tutto ciò mi lascia esterrefatto? Immagino quanto lasci Sofri, la cui scelta di scontare la pena, pur per lui ingiusta, che trovo, quindi, molto più coerente e dignitosa.

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