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Oggi è Francesca, domani potrebbe essere chiunque
di
Soumaila Diawara
La campagna su Google è molto più di un attacco a una persona: è un attacco all’integrità del diritto internazionale, alla libertà di parola, e alla stessa idea di giustizia globale.
Francesca Albanese ha avuto il coraggio, raro e prezioso, di chiamare le cose con il loro nome, documentando crimini gravissimi contro il popolo palestinese. E per questo viene colpita con mezzi vigliacchi e manipolatori.
Screditare un funzionario ONU attraverso annunci sponsorizzati è un segnale allarmante: significa che chi detiene il potere non si limita più a negare, ma ora compra la narrativa, distorce la realtà, manipola la percezione pubblica attraverso i meccanismi del profitto. È la verità che viene messa all’asta, mentre la coscienza del mondo viene spinta nel silenzio.
Il punto non è solo difendere Francesca Albanese, che lo merita pienamente, ma denunciare il tentativo sistematico di intimidire chi osa opporsi a una macchina repressiva. È un campanello d’allarme per chiunque creda ancora in un ordine internazionale basato sul diritto, non sulla propaganda.
E Google? Silenziosa complice o piattaforma irresponsabile? In ogni caso, permette che il denaro distorca la verità. È inaccettabile. La responsabilità non è neutrale.
Sta a noi scegliere: subire in silenzio o reagire con dignità.
Perché oggi è Francesca. Domani potrebbe essere chiunque osi difendere la giustizia.
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