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09 luglio 2025
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Nobel a Trump? Siamo sulla nave dei folli
di Franca Zanaglio

“Posso misurare il moto dei corpi, non l’umana follia." Isaac Newton

Un altro pezzetto nel puzzle della follia che conduce le azioni umane è la stupefacente richiesta di candidatura di Trump per il Nobel della Pace inviata dallo stato genocida israeliano, la cui copia è stata portata in omaggio dallo psicopatico criminale ricercato internazionale Netanyahu allo psicopatico criminale (e basta per ora) Eliogabalo ameriKKKano.

E' forse un segnale dei tempi il fatto che agli esami di Maturità finiti da poco un maturando abbia attribuito lo stesso premio a Hitler, ormai si confonde il significato di pace sia tra i banchi di scuola che ai posti di comando e i cattivi diventano i buoni.

Il Nobel non ha certo più alcuna credibilità nè prestigio fin dallo scandaloso conferimento del premio a Kissinger. La commissione norvegese si è poi coperta di ridicolo con il riconoscimento preventivo al bombarolo Obama, che venne premiato sulla fiducia (in seguito tradita).

Mi parve di vederci una specie di razzismo al contrario, una forma di paternalistica benevolenza nell'accogliere il primo non bianco salito alla Casa Bianca, un po' come una pacca sulla spalla allo zio Tom finalmente uscito dai campi di cotone ed introdotto nel salotto buono dei "grandi" della Terra, una curiosa forma di contributo alla Pace quella accreditata a priori.

Da molto tempo osservando desolata e anche addolorata gli avvenimenti, vedendo ed ascoltando i segnali catastrofici che il pianeta inutilmente trasmette all'umanità cieca e sorda da cinquant'anni, assistendo al dilagare di atteggiamenti e comportamenti insensati, che un tempo avremmo guardato con orrore e disgusto mentre oggi destano l'ammirazione e ottengono la ola dal popolino drogato di falsi miti e malato di nichilismo (non quello filosofico, ma quello moderno del culto del Nulla, del vuoto spirituale e mentale), ripenso al film in bianco e nero "La nave dei folli".

Visto molti decenni fa in TV con grandi interpreti come Simone Signoret, Oskar Werner, Vivien Leight, Lee Marvin, era tratto da un romanzo che a sua volta prendeva il titolo da un'opera satirica tedesca del XV sec. senza avere alcuna attinenza nel contenuto.

Nel periodo antecedente la Riforma il tema della follia era usato per far passare la critica al clero e alla nobiltà, ai costumi e alla società (come dallo stesso Erasmo da Rotterdam nell' Elogio della follia), secondo la tradizione medievale per cui i giullari erano liberi di dire tutto ciò che volevano, proprio in quanto pazzi di corte.

L'opera satirica quattrocentesca ritraeva la follia come condizione di disordine e decadenza morale della società, e il termine "nave" giocava sul latino classico "navis" (nave, imbarcazione) ed il maccheronico "navis" come navata della chiesa. Il film invece è un racconto corale di varie esistenze che s'incrociano su una nave diretta in Germania, a pochi mesi dall'ascesa al potere di Hitler.

Le vite dei passeggeri, che vi si intrecciano come in una seduta psicanalitica di gruppo, sono metafora delle numerose sfaccettature del genere umano e delle scelte individuali, determinanti il destino di ciascuno. La nave è come un Titanic che punta verso il baratro della Storia, che trasporta uno zoo umano in cui ognuno fa ruotare la propria esistenza intorno al suo Ego e si crogiola nelle proprie sconfitte, nei propri fallimenti, sulla quale viaggiano la dissoluzione di un'epoca con tutte le sue illusioni, di un mondo, viaggia un'umanità dissoluta che sta per approdare al Nazismo.

Ecco, mi sembra che siamo su una nave che sta andando a sbattere e dove ciascuno di noi non fa niente per cambiare la rotta, non si preoccupa delle competenze del comandante e dell'equipaggio, preso da se stesso, dalle miserie quotidiane, dalle sue aspettative perlopiù tradite e sta seduto ad aspettare il disastro imminente, paralizzato dalla rassegnazione o dall'ignavia, oppure sta nel salone da ballo, a folleggiare e ad inebriarsi tra frizzi e lazzi per non pensare e non agire.

Il tutto mentre dei pazzi sono al timone nella sala di comando.

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