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09 luglio 2025
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Questa è la sinistra israeliana
di Ahmad M. Shakakini

Un sondaggio dell'Università Ebraica, pubblicato una settimana fa, mostra che circa l'82% degli ebrei israeliani concorda con l'idea genocida secondo cui "non ci sono innocenti a Gaza".

Ad aprile risultava che solo il 3% degli israeliani è moralmente contrario al piano Trump/Netanyahu di svuotare Gaza, e che oltre l’80% degli israeliani sostiene l’espulsione forzata degli arabi da Gaza.

Il Time d'Israele aveva pubblicato un sondaggio d'opinione, il 10 novembre 2023, quando il regime genocida dell'apartheid israeliano aveva già massacrato più di 15.000 palestinesi a Gaza (10.500 erano donne e bambini). Secondo il sondaggio il 36,6% degli israeliani erano d'accordo di continuare con i massacri con la stessa intensità e il 57,5% voleva ancora più intensità e violenza contro i palestinesi di Gaza. Solo l’1,8% dei cittadini israeliani riteneva che Israele stesse usando troppa violenza.

La stessa società israeliana è fascista. Non si tratta solo di Netanyahu e Ben- Gvir, di Smotrich, Gallant, Gantz, Pelid (quello si è congratulato con Trump per i suoi provvedimenti contro la libertà d'espressione e per l'oppressione degli studenti delle università statunitense, delle loro espulsioni dalle università e dal paese).

Il Partito della "Sinistra israeliana", il Partito Laburista, ha appena eletto il suo nuovo leader: è uno che ha partecipato ai massacri contro il popolo palestinese e ha chiesto di ridurre alla fame la popolazione di Gaza. E' vero che si è opposto all'annessione di territori palestinesi occupati nel 1967 (Cisgiordania), ma la sua opposizione è motivata dal proprio razzismo sionista: l'annessione e l'occupazione mettono in pericolo secondo lui la purezza razziale ebraica dello stato dell'apartheid sionista includendo nello stato ebraico la popolazione palestinese non ebrea di questi territori.

Questa è la "sinistra israeliana".

I laburisti della "sinistra israeliana" sono stati responsabili della pulizia etnica del 1948 e di tutte le guerre, le occupazioni ed i crimini commessi dal regime sionista fino al 1977 (l'anno in cui per la prima volta arriva al governo la "destra del Likud"). Il laburista Rabin era ministro della difesa durante l'Intifada palestinese pacifica delle pietre del 1987 ed aveva ordinato lui ai soldati sionisti di spezzare le braccia dei bambini e dei ragazzini palestinesi che tiravano le pietre contro i soldati dell'occupazione.

Da un sondaggio d'opinione pubblicato dal giornale israeliano Maariv sempre a novembre risulta che la percentuale di israeliani che sono d'accordo con un cessate il fuoco è del 3% (non lo chiedono sono solo d'accordo). Ed è un risultato inferiore al margine di errore di un sondaggio. E l'ultimo sondaggio di opinione in Israele, condotto dal Pew Research Institute, pochi giorni fa, rileva come solo il 4% degli israeliani ritiene che il genocidio in corso a Gaza sia una risposta eccessiva.

I palestinesi non hanno problemi solo con Netanayahu e solo con tutti partiti ed i politici del regime israeliano d'apartheid. I palestinesi hanno un grosso problema con la stessa società israeliana che è tutta razzista e genocida. L'uccisione di 18.000 bambini e 12.000 donne, dopo 20 mesi di genocidio, non ha ancora commosso gli israeliani: non hanno ancora mosso un dito per fermare il genocidio dei palestinesi. C'è stata una manifestazioni per la pace alla quale hanno partecipato 200 israeliani 150 dei quali erano arabi palestinesi con il passaporto israeliano. Non è possibile fare la pace con solo 50 israeliani.

Purtroppo non esiste un campo della pace in Israele. Negli anni '80 c'era chi suggeriva all'OLP di dialogare con Matzban che si diceva rappresentasse il campo della pace in Israele: dopo tante ricerche si è scoperto che si trattava di un'organizzazione di soli cinque persone (proprio cinque), che poi si sono rientrati a vivere nel loro paese d'origine (Grande Bretagna).

Le manifestazioni di israeliani contro il governo Netanyahu non sono manifestazioni di pacifisti israeliani, contro l'occupazione o contro il genocidio, ma sono quelle dei parenti degli ostaggi i quali chiedono che la liberazione dei loro parenti sia la priorità del governo Netanyahu e degli oppositori di Netanyahu (razzisti e genocidi anche loro).

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