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09 luglio 2025
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La CPI ha emesso mandati di arresto per due leader talebani
di Gabriella Mira Marq

Ieri, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto per il leader supremo talebano Hibatullah Akhundzada e il Presidente della Corte Suprema Abdul Hakim Haqqani, accusandoli di crimini contro l'umanità e di persecuzione sistematica basata sul genere in Afghanistan dal ritorno del gruppo al potere.

In una dichiarazione, la Camera Preliminare II della CPI ha affermato che vi sono fondati motivi per ritenere che Akhundzada e Haqqani abbiano commesso il crimine contro l'umanità di persecuzione ordinando, inducendo o sollecitando politiche discriminatorie contro donne, ragazze e altre persone che non si conformano alle opinioni dei talebani sull'identità o l'espressione di genere.

La Camera ha affermato che questi atti, perpetrati dal 15 agosto 2021, quando i talebani hanno preso il controllo dell'Afghanistan, fino ad almeno il 20 gennaio 2025, costituiscono violazioni diffuse e sistematiche dei diritti e delle libertà fondamentali.

Secondo la corte, i leader talebani hanno attuato politiche che hanno gravemente privato le ragazze e le donne dei diritti fondamentali, tra cui l'accesso all'istruzione, alla libertà di movimento, di espressione, alla privacy, alla vita familiare, al pensiero, alla coscienza e alla religione. Altri, tra cui individui identificati come "alleati di ragazze e donne", sono stati presi di mira anche per motivi politici, ha affermato la Corte.

La Camera ha rilevato che la persecuzione si estendeva oltre la violenza diretta, includendo danni istituzionalizzati e norme sociali discriminatorie. "La persecuzione di genere comprende non solo atti di violenza diretta, ma anche forme di danno sistemico e istituzionalizzato", si legge nella dichiarazione.

Ha inoltre rilevato che anche individui percepiti come contrari alle politiche dei talebani, anche passivamente, sono stati presi di mira, aggiungendo che i crimini facevano parte di una politica governativa ufficiale.

Sebbene i mandati di arresto fossero stati inizialmente emessi in forma segreta il 31 gennaio 2024, la Camera ha deciso di renderne pubblica l'esistenza per impedire l'ulteriore commissione di questi crimini e per tutelare gli interessi della giustizia.

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