Netanyahu e ministri israeliani indagati in Spagna
di Gabriella Mira Marq

Martedì, il Tribunale Nazionale spagnolo ha avviato un'indagine penale nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, del Ministro degli Esteri Israel Katz e di diversi alti funzionari militari per il loro presunto coinvolgimento in crimini di guerra e crimini contro l'umanità, in particolare nell'attacco israeliano del mese scorso a una nave di aiuti umanitari.

L'inchiesta si concentra sul raid del 1° giugno sulla Madleen, una nave in rotta verso Gaza, ha dichiarato l'eurodeputato spagnolo Jaume Asens a X.

L'imbarcazione, che trasportava 12 attivisti internazionali e aiuti umanitari, è stata intercettata dalle forze israeliane in acque internazionali. Tra le persone arrestate c'erano l'attivista svedese per il clima Greta Thunberg e la sostenitrice franco-palestinese per i diritti umani Rima Hassan.

Il caso è stato presentato in base al principio di giurisdizione universale presente nel diritto spagnolo (che già in passato fu utilizzato per affrontare casi come i voli della morte e le torture dei regimi sudamericani) dal cittadino spagnolo Sergio Toribio e dal Comitato per la Solidarietà con la Causa Araba.

Il caso sostiene che le forze israeliane abbiano utilizzato droni, gas lacrimogeni e effettuato la detenzione illegale di civili, in quello che viene descritto come parte di un più ampio schema di violazioni legate al conflitto in corso a Gaza.

La sentenza della corte richiede la cooperazione della Corte penale internazionale (CPI) e inquadra l'aggressione nel contesto del genocidio a Gaza.

È la prima volta che la Spagna apre un'indagine formale sulla leadership israeliana in relazione alla guerra a Gaza. "Questo è un passo fondamentale nella lotta contro l'impunità. Quando gli Stati non adempiono ai propri obblighi, spetta alla società civile attivare la giustizia come strumento etico, legale e politico contro l'orrore", ha dichiarato Asens.

Se confermata, l'indagine potrebbe limitare la possibilità di Netanyahu e di altri funzionari israeliani di recarsi in Europa senza rischiare mandati di arresto legati al caso.

Il governo israeliano non ha ancora rilasciato una risposta ufficiale in merito.

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