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Incontro segreto Israele-Siria. E Trump revoca le sanzioni
di
Leandro Leggeri
INCONTRO SEGRETO AD ABU DHABI TRA IL PRESIDENTE AD INTERIM SIRIANO AL‑SHARAA E IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE ISRAELIANO HANEGBI
In quello che viene descritto come “un passo significativo” nei colloqui tra Siria e Israele, il presidente ad interim siriano Ahmad al‑Sharaa ha incontrato lunedì scorso ad Abu Dhabi il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi. Secondo fonti riservate, non si tratta del primo incontro tra i due, ma piuttosto di una prosecuzione di un dialogo già avviato in precedenza.
L’incontro, tenutosi lontano dai riflettori nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, rappresenta un evento raro nel panorama mediorientale, ancora segnato da decenni di ostilità tra i due Paesi. Sebbene non siano emersi dettagli ufficiali sull'agenda discussa, l’iniziativa è già stata definita “storica” da alcuni analisti vicini ai dossier diplomatici regionali.
Ahmad al‑Sharaa, figura poco esposta ma sempre più presente sulla scena internazionale, sarebbe stato accompagnato da alti funzionari della sicurezza siriana. Hanegbi, dal canto suo, ha mantenuto il massimo riserbo sul contenuto del colloquio.
L’incontro segna un potenziale punto di svolta nei rapporti israelo-siriani e conferma un crescente attivismo diplomatico tra potenze regionali favorito anche dalla mediazione del Golfo.
TRUMP: "HO REVOCATO LE SANZIONI ALLA SIRIA SU RICHIESTA DI MOLTI PAESI, INCLUSO NETANYAHU"
In una dichiarazione che ha suscitato sorpresa a livello internazionale, Donald Trump ha affermato di aver revocato le sanzioni statunitensi contro la Siria su richiesta di “molti Paesi, incluso Bibi [Netanyahu]”. Una rivelazione che entra in contrasto con precedenti ricostruzioni secondo cui Israele sarebbe stato colto di sorpresa dalla decisione di Washington.
Il presidente Trump — tornato al centro della diplomazia mediorientale — ha specificato che la rimozione delle sanzioni non riguarda Bashar al-Assad personalmente, ma mira a favorire una “transizione pragmatica” in Siria, rafforzando le relazioni con l’attuale leadership guidata da Ahmad al‑Sharaa, recentemente riconosciuta da parte degli Stati Uniti.
Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu — storicamente contrario ad ogni apertura verso Damasco — ha adottato un tono più cauto. In un'intervista, ha dichiarato che “l’indebolimento dell’Iran e dei suoi proxy nella regione apre opportunità per la stabilità, per la sicurezza e, alla lunga, per la pace”. Un chiaro segnale di un possibile riallineamento strategico nella regione.
La mossa di Trump, che avviene in un contesto di progressivi avvicinamenti diplomatici tra Siria, Arabia Saudita e Stati Uniti, potrebbe segnare l'inizio di una nuova fase nella politica mediorientale post-Iran.
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