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Ben-Gvir: occupare tutta Gaza e spingere migrazione dei palestinesi
di
Leandro Leggeri
Il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha nuovamente alzato il tono dello scontro politico e militare, invocando apertamente “l’occupazione totale della Striscia di Gaza”, la fine immediata di ogni aiuto umanitario e la promozione della migrazione forzata dei palestinesi.
Durante un’intervista rilasciata alla radio militare israeliana, Ben-Gvir ha chiesto al primo ministro Netanyahu di abbandonare ogni tentativo di accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani, bollando il piano come una forma di “resa”.
Secondo il leader del partito suprematista “Potere Ebraico”, la “soluzione” passa per la conquista dell’intera enclave assediata e il soffocamento della popolazione civile.
Ben-Gvir ha dichiarato testualmente:
“L’unico modo per risolvere il problema è occupare completamente Gaza, fermare gli aiuti e incoraggiare la migrazione.”
Parole gravi, che suonano come un appello esplicito alla pulizia etnica in una regione già martoriata da nove mesi di guerra brutale. La proposta del ministro israeliano viola apertamente il diritto internazionale e rievoca scenari coloniali e disumani.
Il piano evocato da Ben-Gvir non è nuovo: è parte della visione ideologica dell’estrema destra israeliana, che considera Gaza un “problema demografico” da eliminare. Ma ora, con la popolazione civile palestinese ridotta allo stremo da bombardamenti, fame e assedio, queste parole suonano come un'ulteriore minaccia diretta all’esistenza stessa del popolo palestinese.
Organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui Human Rights Watch e Amnesty International, hanno più volte denunciato l’uso della fame come arma di guerra e la distruzione sistematica delle infrastrutture civili a Gaza.
Le dichiarazioni di Ben-Gvir rappresentano un’escalation allarmante, che merita la più ferma condanna da parte della comunità internazionale.
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