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05 luglio 2025
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A Meloni il Nobel per la lotta alla mafia?
di Elisa Fontana *

Ricordate come Giorgia Meloni, nostra amata presidenterrima, non perde mai occasione di rivendicare una postura di lotta alle mafie che viene da lontano?

Non fa altro che ricordare che il suo impegno politico nasce ed ha le sue radici nella memoria della morte del giudice Borsellino e della sua opera di magistrato. E tutti quanti potremmo sicuramente vedere il giudice Borsellino plaudire convinto nel sentire una presidente del consiglio definire da un palco le tasse come pizzo di stato, vero? Ma non divaghiamo.

Forte di questo endorsement nei confronti della legalità e della lotta alle mafie e coerentemente con quel che dice da ogni dove, questo splendido governo ha pensato bene di prelevare 43 milioni di euro destinati al Fondo per le vittime di usura ed estorsione mafiosa e stornarle in quella voragine finanziaria che si stanno rivelando le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026.

Niente di illegale, sia chiaro, è tutto permesso, previsto dall’art.16 del decreto legge “Sport” (ops, un altro decreto legge…).

Ma è ovvio che se ci sono dei fondi avanzati in un settore così delicato, la tanto sventolata lotta alle mafie vorrebbe che fossero impiegati per la tutela delle vittime di usura e per la lotta ai fenomeni mafiosi. E, invece, cosa si fa? Si prendono questi soldi da un fondo che è nato per proteggere cittadini e imprenditori che denunciano e si stornano per finanziare i servizi di ordine pubblico delle Olimpiadi.

D’altronde, l’usura e l’estorsione sono stati totalmente debellati, per cui perché mai sprecare questi soldi inutilmente?

Converrete tutti che il giudice Borsellino sarebbe rimasto estasiato da questo triplo salto carpiato sulla strada della legalità e del contrasto alle mafie.

Come sarebbe stato estasiato nell’apprendere che il primo atto di questo governo è stato quello di trasformare con un decreto (ops, un altro decreto…) la Fondazione Milano-Cortina da ente pubblico in ente privato, trasformazione che ostacola intercettazioni e sequestri preventivi di presunti reati, come denunciato dalla Procura di Milano che ha sollevato questione di costituzionalità sul decreto del governo.

E anche la Direzione Investigativa antimafia ha sottolineato il rischio concreto di infiltrazioni mafiose nei cantieri delle Olimpiadi, emettendo già nel 2024 un provvedimento antimafia verso una società milanese coinvolta nella costruzione di un parcheggio a Sondrio inserito nel piano olimpico.

Insomma, un clima di spasmodico perseguimento della legalità che avrebbe davvero fatto felice il giudice Borsellino. Borsellino era sicuramente uomo di destra, ma ancor prima era uomo di legalità talmente convinto da aver pagato con la vita il perseguimento della legalità e della giustizia, il che imporrebbe un minimo di rispetto e di cautela nel maneggiarne la memoria e nel rinnovarne l’opera, soprattutto quando non si sa come raggranellare milioni di euro e si va a pescare nel Fondo per le vittime di usura ed estorsione mafiosa.

Un po’ di pudore ogni tanto non guasterebbe, vero presidenterrima?

* Coordinatrice Commissione Politica e Questione Morale dell'Osservatorio


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