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Università di Padova non farà altri accordi con enti israeliani
di Vitoria Sobral
Il senato accademico dell'Università di Padova ha approvato una mozione che prevede di non intraprendere nuovi accordi istituzionali, né a rinnovare gli accordi in essere, con le istituzioni e gli enti israeliani che contribuiscono al perpetrarsi delle gravissime violazioni del diritto internazionale e al mantenimento dell’occupazione illegale del Territorio Palestinese.
La mozione parla di "proliferare delle violazioni sistemiche dei diritti umani fondamentali del popolo palestinese e all’esacerbarsi dell’azione militare dello Stato di Israele a Gaza" e condanna tutte le ripetute violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani compiute dallo Stato di Israele, certificate dall’ONU, dalla Corte Penale Internazionale e dall’Unione Europea, e chiede fermamente l’accesso umanitario alla Striscia di Gaza in modo da “porre quanto prima fine alle inaccettabili sofferenze della popolazione civile”.
La rettrice dell'Università di Padova Daniela Mapelli commenta così: «Chiediamo un impegno forte alle istituzioni affinché si raggiunga la pace in Medio Oriente e il rispetto dei diritti umani della popolazione di Gaza, vittima di un continuo e terribile sterminio con civili, famiglie, bambine e bambini, ridotti in condizioni disumane."
L’Ateneo auspica il rafforzamento delle iniziative diplomatiche e politiche finalizzate a far cessare le violazioni di norme di diritto internazionale, che includono bombardamenti indiscriminati e blocco degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, e rivolge un appello a quanti hanno responsabilità politiche e di governo per garantire la piena attuazione di tutte le risoluzioni ONU relative ai rapporti fra Palestina e Israele: l’applicazione del diritto internazionale, non l’uso della forza, ritorni ad essere lo strumento di risoluzione delle controversie.
Forte della sua storia, inoltre, Unipd si impegna a "rafforzare la propria azione nel promuovere ogni iniziativa accademica, didattica o umanitaria orientata alla costruzione di una cultura della pace, della giustizia e della dignità, riaffermando il ruolo dell’Università come spazio di dialogo aperto, libero e rispettoso delle diversità, schierato contro ogni forma di oppressione, apartheid e violenza istituzionalizzata".
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