Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
04 luglio 2025
tutti gli speciali

Quaranta gradi sciolgono la dignità?
di Elisa Fontana

Il caldo uccide, ma i rider evidentemente sono fatti di amianto e se decidono di andare in giro con 40° gli diamo pure qualche spicciolo in più perché, dice benignamente Glovo, “Il cosiddetto bonus caldo nasce come una misura compensativa e non rappresenta un incentivo alla prestazione”.

Cioè, noi non ti chiediamo di schiattare con il caldo a 40°, ma se proprio lo vuoi fare perché ti piace la vita spericolata ti premiamo con un ricco bonus che va dai 5 ai 20 centesimi per compensare il rischio infarto o il coccolone definitivo. Salvo poi ritirare la misura, pressati dai sindacati e con la promessa di un confronto per poter revisionare tutta questa follia.

Ma Glovo sa benissimo che, passato il chiacchiericcio mediatico, tutto tornerà nell’alveo della norma, perché i primi a non potersi fermare e incrociare le braccia sono proprio i lavoratori, i rider perché senza uno stipendio o un minimo assicurato, come fanno a fermarsi? Elementare Watson.

Perché nel mondo passato che ho avuto la ventura di conoscere l’unica cosa che rimaneva aperta 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno erano i pronto soccorso e nessuno si chiedeva perché, in quanto a tutti era chiara la funzione vitale ed essenziale di quel servizio.

Oggi l’unica cosa che rischia di chiudere sono i pronto soccorso per mancanza di personale, mentre tutto il resto del mondo è aperto 24 ore al giorno 365 giorni l’anno e nessuno si chiede perché, nessuno collega queste aperture dilatate alla necessità di legare uomini e donne ad una catena di montaggio che genera enormi montagne di profitto da cui loro per primi sono esclusi, nuovi schiavi nelle piantagioni di soldi.

No, queste aperture sono legate per quasi tutti al concetto di comodità. E’ vero che l’averci ridotti tutti schiavi della triade produci-consuma-crepa troppo spesso ci costringe a fare la spesa in orari assurdi e dunque ben venga il negozio aperto h24, ma non tutti sono in queste condizioni, non tutti hanno necessità di far la spesa alle tre di notte, non tutti hanno la necessità impellente di avere una cena cinese o un pranzo thailandese a casa anche se fuori c’è il nubifragio o il sole picchia a 40°.

La verità è che ormai abbiamo perso la capacità di vedere nella cassiera del supermercato o nel rider che ci porta la pizza alle due di notte una persona. Sono macchine programmate per servirci, senza diritti o sentimenti, silenziosi e obbedienti ai nostri desideri, alla nostra totale incapacità di farci due spaghetti aglio, olio e peperoncino.

Incapacità mentale prima che manuale. Perché mai dovrei darmi da fare se c’è il rider che mi porta qualsiasi cosa a casa? Eccolo che torna, il concetto di comodità personale, unica bussola etica potabile ai più.

E allora, ci aspettiamo sentimenti di umana comprensione dalla multinazionale che ti porta il cibo a casa quando noi per primi trattiamo mentalmente questi disgraziati come il peggiore sottoproletariato ottocentesco nella fumosa Londra? Certo, i sindacati cercheranno di fare quel che potranno, cioè poco, ma le multinazionali del delivery hanno alleati potenti e inossidabili: i rider stessi per maledetto bisogno di sopravvivenza e mancanza totale di alternative dignitose e poi tutti noi che siamo platea indifferente e portatori di bisogni nella stragrande maggioranza frutto della nostra insensibilità e di una percezione malata dello stare al mondo.

Sarebbe davvero necessario che la critica al mondo circostante cominciasse dall’autocritica, ma temo ne vedremmo delle belle, chiusi come siamo nella nostra indifferenza e nel nostro egoismo.


per approfondire...

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale