Nuove tendenze: le mine antiuomo
di Andrea Battantier *

(Fateci caso: il riarmo è sempre presentato come difesa)

Pare che le mine antiuomo siano l'ultima moda del momento. Niente dice ‘benvenuti nel futuro’ come un bambino che vola in aria mentre raccoglie funghi in Finlandia. Sarà derubricato a danno collaterale per la sicurezza nazionale.

Una cosa mi piace della politica: l’onestà intellettuale. Prima bandisci le mine perché mutilano i civili, poi le riabiliti perché il nemico è cattivo.

L’Ucraina esce dalla Convenzione di Ottawa. Finalmente potranno dire: ‘Sì, abbiamo perso il 20% del territorio, ma almeno abbiamo vinto il premio per il Paese più crivellato di ordigni inattivabili!’.

In Italia produciamo mine come fossero tortellini. ‘Fatto in Italia’… che orgoglio! Ogni mina seppellisce un frammento di umanità. Ma chi le produce non vede i corpi, vede bilanci. È la matematica della follia.

Fateci caso: il riarmo è sempre presentato come difesa. Ma, se tanto mi dà tanto, gli Stati Uniti parlano di libertà mentre minacciano Canada e Groenlandia: quante mine deponiamo in questo caso? L’ipocrisia è un’arma più letale delle mine e, dunque, che i bambini imparino a contare: una mina, due vittime, tre menzogne.

L’inferiorità non è dei popoli, ma di chi crede che la forza risolva i conflitti. La vera debolezza è non capire che siamo interdipendenti. "Pappagalli verdi" di Gino Strada dovrebbe essere lettura obbligatoria in ogni scuola.

Per ricordarci che le mine non sono armi, sono crimini contro il futuro. La pace non è un’utopia: è l’unica strategia che non lascia orfani.

* Componente del Comitato Tecnico-Giuridico dell'Osservatorio

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