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26 giugno 2025
tutti gli speciali

La vera minaccia
di Giuseppe Franco Arguto

Tutti d'accordo. Tranne uno.

La caricatura dell'Europa sta in questa discrasia.

Come al solito, la maggioranza vince e chissenefrega se occorrerà spendere 2500 mld per il riarmo, che nel lessico della propaganda soft ora si definisce "potenziale deterrente".

Insomma, Putin secondo questa versione unilaterale della NATO, starebbe già tremando dalla paura... Pensano loro. Ridicoli.

C'era un patto tra la Russia e la NATO, siglato a Parigi nel 1997 - 𝘈𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘳𝘦𝘤𝘪𝘱𝘳𝘰𝘤𝘩𝘦, 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘍𝘦𝘥𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘙𝘶𝘴𝘴𝘢 𝘦 𝘭’𝘖𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘕𝘰𝘳𝘥 𝘈𝘵𝘭𝘢𝘯𝘵𝘪𝘤𝘰” di cui furono protagonisti Boris Eltsin, presidente della Federazione Russa e i leader della NATO, guidati dal Segretario Generale Javier Solana.

Un accordo in cui furono stabilite forme di cooperazione con l'intento di costruire un ordine di sicurezza europeo più inclusivo; in altre parole, gli scopi di questo "atto di cooperazione", prevedeva di superare la logica dei blocchi della Guerra Fredda, costruire una “pace duratura” in Europa, istituire un consiglio permanente congiunto Russia-NATO per il dialogo su sicurezza, disarmo, antiterrorismo, crisi regionali, ecc., e soprattutto, garantire che la NATO/US-UK non avrebbe collocato armi nucleari nei nuovi paesi membri dell’Est Europa.

Non era un trattato vincolante, in quanto l’atto non costituiva un’alleanza né un meccanismo di difesa reciproca e, soprattutto, non garantiva alla Russia il potere di veto sulle decisioni della NATO, ossia non ha consentito di impedire l’allargamento della NATO a Est, che anzi continuò con l’ingresso di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca nel 1999.

Ricordo quando nel 1999 ero di stanza a Sarajevo inquadrato nel contingente italiano nell'ambito di un'operazione NATO denominata "Joint Forge": il contingente russo era rappresentato da un reparto dell'aviazione leggera (ala rotante) dislocato presso l'aeroporto civile di Sarajevo. I rapporti erano seriamente di cooperazione. Cosa è successo dopo? L'ho accennato più sopra: la NATO proseguì il proprio allargamento a Est. Ciò ha alimentato nel Cremlino la narrazione di un “tradimento” occidentale, usata poi come giustificazione ideologica all’espansionismo russo.

Insomma, si è riproposta la logica della contrapposizione tra due blocchi, quello occidentale e quello russo.

Ieri hanno deciso di riarmarsi seriamente per dimostrare agli americani (Putin se la ride) che abbiamo le risorse per difenderci senza l'ombrello del Pentagono, con una postilla non irrilevante: l'Italia, ma suppongo quasi tutti gli altri Stati-nazione che hanno detto sì al potenziamento bellico (ad eccezione della Germania), non ha i soldi che servono per mantenere fede all'impegno assunto ieri e, pur tuttavia, la Meloni sostiene che è un impegno sostenibile.

Un impegno, ripeto, che si prende senza avere le garanzie finanziarie, ma che fa sicuro affidamento sulla capacità dei "fratelli e sorelle d'Italia" di indebitarsi per riarmarsi, ovvero di rinunciare a curarsi per riempire gli arsenali militari di sistemi d'arma che dopo qualche anno saranno obsoleti, di una rete infrastrutturale per la "cyberwar" (italiana?), di una rete satellitare (italiana?) per emanciparsi da quella ora fornita dagli US e, soprattutto, progettare e dotarsi di arma nucleare, visto che sussiste la possibilità (remota) che gli US re-dislochino le loro testate dalle basi italiane in un altro resort dedito alla distruzione di massa.

La stessa Meloni ha detto pubblicamente che si preferiranno le imprese industriali italiane per dotarsi di tutto quanto; il fatto è che le imprese italiane sono già oberate di contratti di forniture militari commissionate per conto terzi. Si stabiliranno dei partenariati industriali ad hoc con Germania, Francia e UK, gli unici Paesi in grado di concepire tecnologie costosissime. E il dado è tratto! L'imperialismo trionfa sullo stato di diritto.

Quale che sia il futuro dell'Europa, considerato dalla sua declinazione armata, un dato è certo: le guerre si fanno sempre sulla pelle degli altri, mai su quella di chi decide di sottrarre fondi dai bilanci della sanità e dell'istruzione, per sostenere un'economia di guerra.

Putin è la minaccia?

La minaccia è il capitalismo, di qua e di là dei due blocchi.


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